È l’uomo attorno al quale ruota la complessa vicenda giudiziaria che ha portato sul banco degli imputati a Cuneo la madre dell’ex premier Matteo Renzi, Laura Bovoli. E ieri (3 febbraio) è stato il suo turno in tribunale: Giorgio Fossati da Novi Ligure (AL), classe 1965, è stato l’amministratore della cooperativa GSI (Gestione Servizi Industriali) con sede a Gavi, sempre in provincia di Alessandria.
Dai suoi esposti ha avuto origine prima il fallimento della Direkta srl di Mirko Provenzano, poi l’inchiesta della Procura di Cuneo a carico dei presunti corresponsabili della bancarotta: i collaboratori di Provenzano Donatella Spada e Vincenzo Misiano, i commercialisti Franco Peretta e Bruno Pagamici e i due principali committenti della società di volantinaggio con sede a Sant’Albano Stura, ovvero Paolo Buono della Gest Espaces e appunto Laura Bovoli in qualità di amministratrice dell’azienda di famiglia dei Renzi, la Eventi 6. Per conto di Eventi 6 e Gest Espaces, la ditta di Provenzano copriva la distribuzione dei volantini pubblicitari di alcune grandi catene di supermercati nelle province di Cuneo e Alessandria, subappaltando a sua volta i contratti ottenuti agli addetti della GSI e delle tre cooperative-satelliti guidate da Fossati.
A mettere in contatto Fossati con Provenzano era stato il commercialista di entrambi,
Bruno Pagamici. Da quell’incontro sarebbe scaturito un rapporto di affari protrattosi fra il 2011 e la fine del 2013, sebbene già a metà del 2012 - afferma Fossati - la situazione fosse divenuta
“insostenibile” a causa dei
crescenti ritardi nei pagamenti da parte della Direkta:
“Il debito complessivo ammontava a un milione e 300mila euro”. Per opporsi a queste pretese creditizie, da lui giudicate spropositate, Provenzano aveva bussato alla porta dei suoi committenti chiedendo il rilascio di note di credito con uno storno delle fatture precedenti: l’obiettivo era evitare il fallimento, dimostrando che ai crediti di Fossati andassero detratte le penali per tutta una serie di “disservizi” nella distribuzione dei volantini pubblicitari.
Disservizi dei quali l’ex
dominus delle cooperative nega di essere mai stato messo al corrente:
“I committenti finali non svolgevano alcun controllo sulle consegne. Eravamo io e i referenti in magazzino a verificare di tanto in tanto che i volantini venissero davvero messi nelle buche delle lettere e non gettati nei cassonetti”. Per quale motivo la Eventi 6 e la Gest Espaces si sarebbero
prestati a tenere le parti di Provenzano è una circostanza che l’istruttoria - almeno finora - non ha chiarito:
“L’aspetto tragicomico - ha sottolineato Fossati -
è che a ciascuna delle quattro cooperative venivano contestate penali per circa 350mila euro, di modo che il totale era addirittura superiore alle somme che ci erano dovute”. Nelle note di credito figuravano inoltre alcune penali per disservizi nei confronti di società con le quali la galassia GSI non avrebbe avuto nessun rapporto di committenza.
C’è poi un secondo aspetto da chiarire, quello degli enormi quantitativi di
volantini fatti stampare dai supermercati e finiti al macero: qualcosa come 2700 tonnellate di carta smaltita nel solo 2011 e altre 2242 tonnellate l'anno dopo.
“Si era concordato di inserire nelle cassette condominiali il 30% dei volantini che ci venivano consegnati. Le fatture però le facevamo sul 100% degli stampati” ha spiegato Provenzano, il quale attraverso la Direkta si occupava anche dello smaltimento della “carta straccia” per conto dei suoi clienti (
Tiziano Renzi in una mail dell’11 settembre 2013 chiede espressamente che la Eventi 6 venga lasciata fuori dalla questione delle consegne al macero). Quei volantini non sarebbero nemmeno passati per le mani degli addetti delle cooperative:
“I nostri residui erano nell’ordine del 2 o 3%, non certo del 70%. In linea di massima tutto quello che ci veniva consegnato era poi distribuito” garantisce Fossati.
Nelle prossime due udienze, il 17 febbraio e il 7 aprile, si terranno gli esami dei testi difensivi. La discussione del processo è fissata per il 9 giugno.