È un’inchiesta che fa paura, non solo per la spaventosità dei fatti raccontati ma perché quanto emerso finora potrebbe essere solo la punta di un iceberg di orrori, ancora da sondare. Dentro a questo abisso ci sono accuse di stupro su due minorenni, festini con altri giovanissimi non identificati, cessioni di droga e un aborto procurato su una ragazzina di nemmeno dodici anni.

 

È stata proprio lei a parlare di tutto questo ad un’amica, ormai maggiorenne e coinvolta a suo tempo nella stessa spirale di abusi. Con una circostanza che rende la vicenda ancora più agghiacciante: ad avere rapporti sessuali completi con lei, per diversi anni, sarebbe stato il padre. Il 58enne all’epoca residente a Borgo San Dalmazzo, poi trasferitosi nel Saluzzese, è finito in carcere nel novembre scorso. Insieme a lui un amico 47enne, pluripregiudicato, domiciliato in un paese dell’hinterland di Cuneo.

 

Le indagini sono proseguite nel massimo riserbo in questi mesi e ora il giudice ha fissato per maggio l’incidente probatorio, nel quale le due presunte vittime verranno ascoltate in merito ai fatti da loro riferiti.

 

La prima a rivolgersi ai carabinieri era stata la ventenne, dopo aver compreso che ciò che aveva subito si stava ripetendo. L’amica minorenne ha poi confermato di essere stata oggetto di molestie da parte di entrambi gli uomini. Il 47enne, in particolare, in più occasioni l’avrebbe costretta a prendere parte a festini sessuali organizzati a Torino. Qui la ragazzina avrebbe assistito mentre l’uomo, già condannato per analoghi reati, consumava rapporti con tre minorenni alla presenza dei genitori. Nessuno di questi soggetti, al momento, è stato identificato.

 

L’inchiesta coinvolge anche due donne, una 44enne residente a Mondovì e una 21enne con domicilio in un comune situato tra Cuneo e Mondovì. La prima è accusata di aver avviato agli stupefacenti la più giovane delle due ragazze abusate, cedendole cocaina in più occasioni. Nella primavera scorsa, inoltre, insieme ad altre persone le avrebbe procurato un aborto: la piccola era rimasta incinta a nemmeno dodici anni. Da un’intercettazione telefonica si è arrivati all’individuazione dell’altra sospettata: nei suoi confronti l’ipotesi è quella di detenzione di materiale pedopornografico. In una conversazione telefonica con una sua conoscente, registrata la scorsa estate, la si sente domandare a quest’ultima se “conoscesse bambine”.