Potrebbe essere stata una strada troppo stretta a “tradire” il Land Rover Defender dell’Esercito a bordo di cui viaggiava Michele Pellegrino. È una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti: a riportarlo è l’Ansa. Il finanziare di 37 anni residente a Vernante è morto giovedì, insieme a due cartografi civili dell’Istituto Geografico Militare di Firenze: i tre, insieme a una quarta persona che è sopravvissuta, hanno perso la vita dopo che il mezzo è finito in un dirupo nell’entroterra di Ventimiglia, rotolando per diverse decine di metri.
Il fuoristrada è precipitato mentre transitava su un sentiero del monte Grammando, in zona impervia, in località Villatella. Gli investigatori della Polizia stanno cercando di ricostruire quanto accaduto nei momenti precedenti all'incidente e un aiuto potrà arrivare dalla testimonianza del ferito, Simone Bartolini, 61 anni, di Scandicci (Firenze), unico sopravvissuto della “missione di campagna” per compiere rilievi e manutenzioni sul confine italo-francese. A spingere gli inquirenti verso l'ipotesi della strada troppo stretta c'è il comportamento di un secondo finanziere: l’uomo sarebbe dovuto essere sul Defender e sarebbe invece sceso dal mezzo sostendendo che quel sentiero fosse troppo pericoloso. È stato poi lui stesso a dare l’allarme.
Non è ancora chiara la dinamica dell'incidente: il mezzo potrebbe essere finito fuori strada con due ruote per evitare un ostacolo o perchè il sentiero in quel punto fosse particolarmente stretto. Alla guida c'era Tiberio Gherardini, 58 anni, di Signa (Firenze). L’altra vittima è Leonardo Sensitivi, 54 anni, di Carmignano (Prato). Il Defender usato è considerato un “mezzo tattico” e sarà valutato se fosse idoneo per quel terreno.
Oggi alle ore 16 a Vernante, nel frattempo, verranno celebrati i funerali di Michele Pellegrino.