Si era lanciato per le vie del centro di Cuneo a folle velocità, speronando la volante della Questura che lo inseguiva e anche alcune auto in sosta dietro al Carrefour, in via Meucci. “Condotta di estrema gravità, è la prima volta che la vedo contestare in questa città” ha ricordato il sostituto procuratore Pier Attilio Stea, in sede di discussione, chiedendo una condanna per resistenza aggravata e danneggiamento plurimo a carico di A.S., marocchino residente a Cuneo.
Era lui alla guida della Grande Punto che nella notte del 5 marzo 2021, intorno alle ore 22, venne intercettata da una pattuglia di polizia mentre procedeva in corso Dante. Inseguita dalla gazzella per aver bruciato stop e precedenze, l’auto anziché fermarsi aveva imboccato in contromano via Bassignano e bocciato alcuni mezzi in sosta su via Meucci. Nel tentativo di seminare la polizia, il guidatore aveva perfino scartato un altro veicolo in direzione opposta passando sul marciapiede, prima di speronare la volante in piazza Martiri della Libertà e allontanarsi.
All’individuazione del responsabile si è giunti poco dopo il ritrovamento dell’auto, abbandonata in lungostura XXIV Maggio. Era da poco stata ceduta a una persona identificata in A.N., cittadino albanese, a sua volta denunciato per aver ostacolato le indagini e perché trovato in possesso di droga: nella sua abitazione, infatti, i poliziotti avevano rinvenuto 12 grammi di cocaina. L’uomo è stato coinvolto nelle indagini legate all’operazione Fantabosco, vasta attività anti-spaccio che ha portato a cinque arresti. Insieme a loro due è finito sul banco degli imputati anche un terzo soggetto: A.C., palermitano residente anche lui a Cuneo, che viaggiava come passeggero sulla Grande Punto. Anche a lui è stata contestata la resistenza a pubblico ufficiale.
È emerso che il giovane maghrebino era senza patente fin dal 2012, anno in cui aveva subito la revoca dopo una precedente sospensione. Da allora non aveva più ripreso un titolo di guida ma già nel 2020 era stato fermato e sanzionato dai carabinieri di Villafalletto perché sorpreso al volante di un’auto. A carico dell’albanese proprietario dell’auto pesavano soprattutto le reticenze nell’indicare chi fosse l’amico a cui aveva prestato la macchina: “Le chiavi le aveva ancora lui in tasca, diceva di non ricordare a chi l’avesse affidata. In seguito, - ha ricordato l’ispettore Andrea Montagnana - una volta disposta la perquisizione del suo alloggio, si era seduto sulle scale a braccia conserte dicendo che non ci avrebbe aperto perché non avevamo motivo di perquisirlo”. Nell’alloggio di corso Monviso i poliziotti avevano rinvenuto 12 grammi di cocaina, più bilancini e strumenti per il confezionamento.
“Quantitativo non molto rilevante, ma inequivocabilmente destinato allo spaccio” ha osservato il pubblico ministero, giudicando inoltre “inverosimile che, avendo affidato a due persone la sua auto il giorno prima, si ‘dimenticasse’ chi aveva materialmente il veicolo”. Per lui era stata chiesta quindi la condanna a due anni e sei mesi, con l’assoluzione per la sola imputazione di resistenza. Un anno e sei mesi la pena proposta per il responsabile dello speronamento: “Il lato positivo del coprifuoco è che non ci fosse gente in giro” ha ricordato il procuratore, ma “la condotta è di estrema gravità”. Per il trasportato e terzo coimputato, infine, una richiesta assolutoria. La difesa di A.S., rappresentata dall’avvocato Shelley Delpiano, ha osservato come la fuga del conducente della Punto “non può essere considerata una condotta minacciosa o violenta: non è emersa l’intenzionalità di lanciarsi contro la volante”. Quanto al proprietario del veicolo, A.N., l’avvocato Enrico Gallo ha chiesto l’assoluzione sia per l’ipotesi di resistenza che per il favoreggiamento: “Avrebbe dovuto essere sentito come indagato e poteva comunque non sapere cosa fosse accaduto con quell’auto”. Per la difesa di A.C., il passeggero, “non si può parlare né di concorso materiale né di concorso morale” nella decisione di A.S. di sottrarsi al controllo di polizia e darsi alla fuga.
Il giudice Elisabetta Meinardi ha infine condannato il conducente della Punto a un anno e otto mesi di reclusione per entrambe le condotte contestate. Al proprietario è stata comminata la pena di nove mesi per favoreggiamento e spaccio (assolto invece per la resistenza). Assolto il terzo coimputato.