Proprio mentre l’attenzione della cittadinanza e dell’amministrazione locale torna a concentrarsi su piazza Boves, nelle aule di giustizia cuneesi si discute di uno dei non pochi episodi di violenza denunciati in quell’area. I fatti risalgono al gennaio del 2022 e prendono origine dalla denuncia di un cittadino marocchino, contro tre giovani nordafricani residenti tra Cuneo e Dronero.
Vittima di una presunta aggressione, all’uomo sono poi state refertate in pronto soccorso una frattura delle vertebre lombari e un trauma all’occhio, guaribili in 35 giorni. Nella denuncia, poi ritirata, aveva riconosciuto con certezza tre ventenni, W.B.S., M.M. e A.W., abituali frequentatori dei locali della zona. Anche la sera del 14 gennaio il gruppo - con un dubbio sul solo M.M., indicato come assente da tutti i testimoni di difesa e dai coimputati - si era recato al bingo, in compagnia della fidanzata di W.B.S. e di altri amici. Una volta usciti, in tarda serata, c’era stato l’incontro con la persona offesa: “Era un marocchino, vestito da lavoro. Aveva in mano una bottiglia grande” ha riferito uno degli amici.
Dopo un primo battibecco in piazza Boves, tra W.B.S. e l’altro uomo, i due si erano di nuovo incrociati in via Roma, di fronte al bar 800, dove si era acceso lo scontro. Su quanto accaduto le versioni sono contrastanti: l’autore della querela affermava di essere stato aggredito, mentre W.B.S. e gli amici sostengono che la verità sia un’altra. “Ha preso una delle bottiglie lasciate in esposizione davanti al bar e l’ha lanciata verso di me. Era ubriaco marcio e avrebbe potuto colpire la mia ragazza” ha detto l’imputato, originario di Chiusa Pesio e residente all’epoca in via Roma. Il giovane ammette di aver sferrato un pugno: “Ma è finito tutto lì”. Nessun intervento, invece, ci sarebbe stato da parte di A.W., il quale riferisce di aver assistito al lancio della bottiglia e alle molestie precedenti, ma non al pugno. Anche il fratello di A.W. e la fidanzata di W.B.S. confermano: “Quell’uomo ha insistito nei giorni successivi - racconta lei -, mi minacciava e mi insultava sebbene io e il mio fidanzato ci fossimo lasciati. Ho fatto chiamare i carabinieri in un’occasione”.
Per tutti e tre gli imputati il pubblico ministero Lucietta Gai ha chiesto la condanna a due anni di reclusione, contestando l’aggravante dei motivi abietti e futili e la partecipazione di più persone: “Si trattava di una lite per motivi irrisori: erano tutti un po’ alticci, ma fatto sta che si tratta di un battibecco che finisce con una frattura vertebrale” ha detto la rappresentante dell’accusa, adombrando anche il sospetto di possibili timori da parte della persona offesa dietro la scelta di ritirare la querela. “Se colluttazione c’è stata, come riconosce l’imputato, è stata a due” ribatte l’avvocato Paolo Dotta, difensore di W.B.S., sottolineando che si sarebbe trattato comunque della reazione a una provocazione precedente: “La persona offesa ha riconosciuto quanto poi detto da tutti i testimoni, cioè che si è messo a lanciare bottiglie vuote nei confronti del gruppo di amici che stavano facendo pacificamente serata”. L’avvocato Leonardo Roberi, legale di A.W., esclude a sua volta una partecipazione dell’assistito alla presunta aggressione, mentre per la difesa di M.M., rappresentata dall’avvocato Dora Bissoni, l’imputato non era nemmeno a Cuneo quella sera.
Il prossimo 19 luglio arriverà la sentenza del tribunale.