CUNEO - Salì sull’auto mentre il carro attrezzi la portava via, ora è accusato di resistenza

“Volevo prendere medicine e portafoglio” si giustifica l’automobilista. I vigili cuneesi lo arrestarono dopo un parapiglia: “Ho pensato alla vicenda di George Floyd”

Andrea Cascioli 14/02/2025 17:44

È accusato di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali, reati per i quali era stato anche arrestato dagli agenti della Polizia Municipale di Cuneo dopo un acceso diverbio. Il protagonista è un extracomunitario, residente a Piasco, che aveva lasciato l’auto in sosta vietata nel centro storico del capoluogo, in via Savigliano. Qui, di ritorno da una commissione, aveva trovato il veicolo su un carro attrezzi.
 
La chiamata era giunta da una pattuglia della Municipale di passaggio. A quel punto, raccontano gli agenti, il proprietario della Opel avrebbe iniziato a dare in escandescenze, minacciando anche di prendere un coltello che avrebbe avuto sull’auto. Nell’abitacolo era in effetti rientrato, ma a suo dire solo per “rientrare in possesso di portafoglio, medicine e chiavi di casa”. T.E.N., l’imputato, ammette anche di aver messo in moto il veicolo, ormai assicurato sul pianale del carro attrezzi. Una reazione istintiva, dice: “Ero spaventato”.
 
A spaventarlo sarebbe stato il sopraggiungere di un’altra pattuglia di vigili, uno dei quali teneva in mano l’arma di ordinanza: “Avevo la pistola lungo il fianco, non armata. L’ho sempre tenuta impugnata in direzione della strada” fa presente l’agente in questione, anche lui chiamato oggi a testimoniare. L’operante racconta di essere salito sull’auto, dal sedile posteriore, solo per cercare di tranquillizzare l’uomo al posto di guida: “Senza spingerlo con violenza, - riferisce - ho cercato di accompagnarlo giù dall’abitacolo, affinché i colleghi lo potessero tenere mentre scendeva dal carro attrezzi”.
 
La versione dell’accusato, su quanto accaduto in quel pomeriggio del novembre scorso, è assai diversa. L’uomo racconta di aver visto la pistola “puntata su di me” e di esserne rimasto traumatizzato. In merito a quanto accaduto sul carro attrezzi afferma: “A un certo punto sono sceso dall’auto e appena l’ho fatto mi sono saltati addosso. Mi è venuta in mente la storia dell’afroamericano che era stato soffocato durante un’operazione di arresto”. Il riferimento è alla nota vicenda di George Floyd. L’imputato nega di aver minacciato qualcuno dei presenti, o aggredito con calci e pugni gli agenti. Due dei vigili hanno comunque sporto denuncia per lesioni, ulteriore accusa di cui l’automobilista è chiamato a rispondere.
 
Nell’udienza odierna, la difesa ha ottenuto l’acquisizione del rapporto in merito al successivo arresto: l’accusato afferma di essere stato costretto ad orinarsi addosso nel periodo in cui era stato trattenuto presso il comando di Polizia Municipale, perché non gli era stato concesso di raggiungere i servizi igienici. In merito all’accaduto, la difesa sta conducendo ulteriori accertamenti.
 
Il processo è stato intanto rinviato al 18 aprile per la discussione.

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