CUNEO - Scambiavano online materiale pedopornografico: l'operazione della Postale anche in Piemonte

Le indagini, che hanno coinvolto anche altre dieci regioni, hanno portato all'arresto di tre persone

Redazione 12/10/2023 08:52

Oltre cento investigatori cibernetici della Polizia di Stato sono stati impegnati in tutta Italia nell’esecuzione di trenta perquisizioni delegate dalla Procura della Repubblica di Torino nell’ambito dell’operazione di contrasto alla pedopornografia online denominata “Lucignolo”: ventiquattro gli indagati, tre i soggetti tratti in arresto. Le indagini hanno coinvolto, oltre al Piemonte, anche Lazio, Lombardia, Liguria, Toscana, Veneto, Puglia, Sicilia, Sardegna, Campania e Calabria. L’attività, condotta dalla Polizia Postale di Piemonte e Valle D’Aosta, con il coordinamento del Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia Online del Servizio Polizia Postale, ha visto gli operatori impegnati per diversi mesi in attività sotto copertura finalizzate all’individuazione di soggetti dediti alla pubblicazione e divulgazione di materiale realizzato mediante sfruttamento di minorenni.
 
Con l’utilizzo di accorgimenti tecnici per il mantenimento dell’anonimato, gli indagati scambiavano in rete materiale illecito di diversa natura, che riproduceva anche vere e proprie violenze sessuali, utilizzando un linguaggio “in codice” per non attirare troppo l’attenzione, come ad esempio “Ciao, cerco cucciole” oppure “Hai min?” riferendosi a minori.
 
La complessa e delicata attività di indagine della Polizia Postale è durata diversi mesi proprio per consentire agli agenti undercover di accreditarsi presso le comunità pedofile prima del contatto diretto a dare una identità reale alla serie di pseudonimi utilizzati dai soggetti in rete.
 
Le perquisizioni personali, locali e sui sistemi informatici, emesse dalla Procura Distrettuale di Torino, hanno portato al sequestro di telefonini, tablet, hard disk, pen drive, computer, account e-mail e profili social ed hanno consentito di rinvenire gli account utilizzati dagli indagati per la richiesta del materiale pedopornografico e, custodito sui supporti informatici, un ingente quantitativo di materiale illecito.
 

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