CUNEO - Sconto di pena per lo stupratore del Parco Fluviale di Cuneo

Decisa in appello una riduzione della condanna da 12 a 7 anni per Dorin Traian Plesa. Il giudice di primo grado l’aveva definito un “abituale” della violenza

Andrea Cascioli 21/09/2023 14:16

Da dodici a sette anni di carcere: quasi un dimezzamento della pena quello deciso dalla corte di appello di Torino nei confronti di Dorin Traian Plesa, il pregiudicato rumeno 40enne di Borgo Gesso condannato per lo stupro di una pensionata cuneese, avvenuto l’11 settembre dello scorso anno nel Parco Fluviale.
 
La sentenza, pronunciata ieri (mercoledì 20 settembre), ricalca quelle che erano state le richieste della procura nel giudizio di primo grado. In quell’occasione il gup Alberto Boetti aveva inflitto però una condanna più pesante, a dodici anni e quattro mesi, giustificata - si legge nelle motivazioni - “dall’impossibilità di immaginare un fatto più grave in assenza del concorso di ulteriori aggravanti e reati concorrenti (quali ad esempio il sequestro di persona)”. A pesare per il giudice cuneese erano state “la foga e la ferocia” di Plesa e anche il fatto che l’uomo si fosse dimostrato insensibile alle suppliche della vittima, assumendo anzi “un atteggiamento di scherno e mortificazione nei confronti della stessa”.
 
Dai messaggi con l’ex compagna “emerge un’abitualità nella violenza (anche sessuale) contro le donne” da parte del soggetto, divorziato e padre, già gravato da vari precedenti penali tra cui alcuni per minaccia, violazione di domicilio e atti persecutori. Il sospettato era stato arrestato dopo una settimana di caccia all’uomo: a inchiodarlo le telecamere che lo ritraevano in bicicletta, intorno alle ore 18, nell’area in prossimità delle piscine dove si era consumato lo stupro. “Ero ubriaco dal giorno prima, non ricordo nulla di ciò che è successo” ha raccontato agli inquirenti dopo l’arresto, sebbene nei filmati, secondo quanto riferito dal procuratore, lo si vedesse allontanarsi in bicicletta ad andatura normale.
 
L’avvocato della difesa Pier Carlo Botto e quello di parte civile Alberto Coggiola hanno declinato ogni commento. Si attende ora il deposito delle motivazioni della sentenza di appello.

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