ROCCAVIONE - Sotto casa della ex con coltelli e una mazza, condannato un giovane di Chiusa Pesio

La denuncia era partita dopo una perquisizione sull’auto dell’imputato, già querelato per stalking da una ragazza di Roccavione

a.c. 12/11/2019 19:46

Nasce da una vicenda giudiziaria ben più complessa, per la quale appena due settimane fa è arrivata una sentenza di condanna per stalking, il processo a carico di un giovane di Chiusa Pesio condannato ora per porto ingiustificato di armi improprie.
 
A mettere nei guai  L.G. era stata questa volta la denuncia dei Carabinieri, partita il 13 agosto 2018 dopo il ritrovamento nell’auto dell’imputato, parcheggiata a Roccavione, di due coltelli a serramanico e di una mazza da baseball in alluminio. L’intervento dei militari era stato richiesto dalla ex fidanzata di L.G., preoccupata per aver visto il giovane aggirarsi a piedi nei pressi della sua abitazione: proprio quel giorno, fra l’altro, la ragazza aveva integrato la querela già formulata.
 
I Carabinieri l’avevano avvicinato procedendo prima a una perquisizione personale e poi a un controllo sulla vettura parcheggiata: qui erano stati rinvenuti due coltelli a serramanico, uno nell’aletta parasole e l’altro nel vano portaoggetti, e una mazza da baseball di grosse dimensioni occultata tra i sedili.
 
I militari hanno riferito di aver trovato L.G. “molto scosso, ma non aggressivo”. Sul momento, il ragazzo non aveva saputo giustificare in alcun modo il possesso delle armi improprie. Proprio in quei mesi, dopo la fine della convivenza con la sua ex compagna, aveva ripreso a pedinarla e a farla oggetto di morbose attenzioni, pur senza porre in atto violenze o minacce nei suoi confronti.
 
Il padre dell’imputato ha confermato che in quel periodo L.G. lo stava aiutando nel suo lavoro di agricoltore e che ha precisato spesso entrambi utilizzavano i coltelli per la raccolta delle verdure. Per il pubblico ministero Luigi Dentis, che ha chiesto otto mesi di arresto e 1500 euro di multa per L.G., “c’è quantomeno un’incuria nella gestione di questi strumenti anche volendo ipotizzare un loro utilizzo lavorativo”. Il tutto “in un contesto inquietante, com’è quello testimoniato dalla ex fidanzata”.
 
L’avvocato Luisa Marabotto ha chiesto invece l’assoluzione tenendo conto del fatto che l’imputato non era gravato da precedenti penali e non si è mai mostrato pericoloso.
 
Il giudice ha infine emesso una condanna a cinque mesi di arresto e 1200 euro di multa.

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