CUNEO - Spaccio di coca nei bar cuneesi, il pm chiede sette anni per un albanese

All’imputato è contestata anche una tentata estorsione: “Prese per il collo un cliente in debito, minacciandolo perché gli desse l’auto della fidanzata”

a.c. 09/11/2023 13:25

Ammonta a sette anni e sei mesi di carcere, più una multa di 33mila euro, la pena richiesta dal sostituto procuratore Attilio Offman per A.B., accusato di spaccio di droga e tentata estorsione.
 
All’imputato, un albanese all’epoca residente in centro Cuneo, si fanno risalire diverse compravendite di cocaina avvenute in diversi bar cittadini fino al suo arresto. “Il prezzo era sui settanta o ottanta euro al grammo, avrò acquistato droga da lui almeno un’ottantina di volte” ha raccontato uno dei clienti, spiegando che esisteva anche un codice preciso per contattare il presunto spacciatore su Whatsapp: “Ci vediamo per un caffè”, oppure “per un digestivo”, scrivevano i compratori. Poco prima che gli investigatori arrivassero ad A.B. era già stata arrestata una donna rumena, ritenuta sua complice nell’attività di spaccio.
 
All’arresto di lei uno dei clienti, che aveva un grosso debito, fa risalire le richieste più “pressanti” ricevute dall’albanese: “Mi diceva di avere necessità, perché recentemente era stata arrestata la socia in affari” ha dichiarato l’uomo, ridimensionando però l’episodio da cui è nata l’accusa di estorsione. “Avevo con lui un debito da 1800 euro complessivi, ma con varie restituzioni ero già sceso a circa la metà” ha spiegato l’ex cliente: “Gli avevo già proposto la vendita della macchina intestata alla mia convivente e lui mi aveva detto che, se non fossi stato in grado di saldare il debito, avrei potuto in effetti venderla a lui e poi farmi rimborsare la differenza in denaro”. Nella discussione, però, lo spacciatore lo avrebbe anche afferrato per il collo: “Dopo però mi ha chiesto scusa e siamo andati a prendere un caffè assieme, in tranquillità”. La circostanza è stata confermata dalla moglie dell’uomo e da un’altra donna, conoscente di entrambi, la quale afferma di aver assistito alla scena, ma nega vi fossero state minacce.
 
Tra i vari clienti ascoltati, tutti italiani residenti a Cuneo o nei dintorni, c’è chi ha parlato di debiti ancora più ingenti con l’imputato: un testimone, in particolare, ha ammesso di essere arrivato ad accumulare oltre quattromila euro non pagati per la “polvere bianca”. Nessun dubbio, afferma il pubblico ministero, circa l’“intensa e continuativa attività di cessione di cocaina” effettuata dall’albanese soprattutto nel primo semestre del 2019: i clienti sentiti, sottolinea l’accusa, “sono fonti indipendenti e la maggior parte non si conoscono tra loro”. Quanto alla minaccia nei confronti del debitore, per la Procura sussiste il tentativo di estorsione. La discussione dell’avvocato Giulia Dadone, difensore dell’imputato, si è concentrata soprattutto sulle modalità con cui sono stati sentiti in Questura i vari testimoni: “Curioso che, in un procedimento per droga, la droga sia la grande assente. Ne viene reperita ben poca ed esclusivamente su una persona: un’unica cessione ammessa dallo stesso imputato”. Ai poliziotti, in particolare, la difesa contesta “larvate minacce” ed eccessive pressioni sulle persone sentite.
 
Il prossimo 19 dicembre arriverà la sentenza del giudice.

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