Un gatto che attraversa la strada all’improvviso, un’auto che inchioda e il grido di sorpresa di una ragazza. Da questa banale concatenazione di fatti sarebbe scaturita la lite che ha portato alla denuncia e al rinvio a giudizio di un 39enne, C.A., accusato di lesioni personali dolose aggravate dall’uso di armi improprie.
L’uomo, nato in Toscana ma residente nel campo nomadi di via del Passatore, era alla guida della sua auto in via Bassignano il 2 novembre del 2018: “Arrivava veloce, quando ha visto il gatto ha frenato all’improvviso davanti al mio negozio” ha ricordato il proprietario del locale davanti al quale aveva avuto luogo l’alterco. A quel punto una ragazza seduta sui gradini, in attesa del fidanzato, avrebbe urlato per la paura: “L’autista le ha detto qualcosa. Il fidanzato è uscito dal negozio per difenderla e ha cominciato a litigare con l’altro uomo, poi ha scattato una fotografia alla targa dell’auto che si è allontanata”.
La vicenda però non era destinata a finire così, perché una decina di minuti dopo l’automobilista sarebbe ritornato in via Bassignano per intimare al giovane di cancellare la fotografia che aveva scattato. Al rifiuto di quest’ultimo sarebbe seguita l’aggressione con un pugno - schivato dall’altro - e con uno spray al peperoncino spruzzato negli occhi del malcapitato. La querela è stata in seguito ritirata dalla parte offesa: “Per motivi personali” ha spiegato al giudice, senza aggiungere dettagli significativi alla ricostruzione.
Molto più utile si è rivelata invece la testimonianza del titolare del negozio, che ha riconosciuto in C.A. l’aggressore: “L’ho visto avvicinarsi al ragazzo con la mano dietro la schiena. Quando lui è rientrato gli bruciavano gli occhi”. L’avvocato Enrico Gallo, difensore di C.A., ha però contestato l’identificazione, sostenendo che la descrizione offerta dal teste non corrisponda ai tratti dell’imputato.
Per questo il giudice ha disposto un nuovo riconoscimento fotografico, che si terrà nel corso della prossima udienza fissata per il 18 maggio.