LIMONE PIEMONTE - Tenda bis, Ministero e Comune di Limone chiedono risarcimenti per 25 milioni

Nel troncone torinese del processo chieste pene tra uno e sette anni per quindici imputati. Ma da novembre scatta la prescrizione per alcuni capi d'accusa

a.d. 12/09/2024 13:54

I lavori sono statali, e quindi un lavoro male eseguito è una frode allo Stato”. Questa, in estrema sintesi, la conclusione del pubblico ministero Chiara Canepa, che ieri (mercoledì 11) in aula ha tenuto una requisitoria di oltre due ore, chiedendo pene tra uno e sette anni per quindici imputati. Si tratta di dipendenti della Grandi Lavori Fincosit spa, incaricati dell'Anas, professionisti e consulenti.
 
Il processo è quello relativo allo scandalo del Tenda Bis ancora in corso a Torino, che riguarda le presunte frodi allo Stato in pubblica fornitura (il filone sui furti di materiale in cantiere aveva visto cinque condanne in primo grado a Cuneo e la derubricazione con conseguente assoluzione nel secondo). Sul processo di Torino, però, pende il rischio della prescrizione.
 
Secondo l’accusa, i lavori di realizzazione del tunnel - come noto, ancora in corso - furono occasione di frodi nelle pubbliche forniture, falso, truffa e attentato alla sicurezza dei trasporti, con “difformità dal progetto” e “difetti occultati al committente”. La requisitoria dovrà essere valutata dal giudice Maria Grazia Locati. La frode si sarebbe concretizzata “nel porre in essere una pluralità di opere e di lavorazioni secondo modalità e con l’uso di materiali e di manufatti in difformità dal progetto esecutivo e nel certificarne poi falsamente l’avanzamento e il completamento”. Ad esempio il rivestimento definitivo in calcestruzzo armato sarebbe stato realizzato “con modalità difformi alle regole d’arte, ottenendo così un prodotto finito affetto da soluzioni di continuità e da riprese di getto non solidarizzate”, con le conseguenze di “una struttura soggetta a rapido degrado in corrispondenza delle armature”. La sicurezza dei trasporti sarebbe stata messa a rischio dal materiale “non idoneo” per la costruzione di un terrapieno, che doveva sorreggere la strada in uscita dal tunnel.
 
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, costituitosi parte civile, ha chiesto un risarcimento complessivo di circa 25 milioni di euro, mentre la richiesta del Comune di Limone Piemonte è di 900 mila euro. 
 
Il 26 settembre, il 22 ottobre e il 21 novembre si terranno le prossime udienze, durante le quali verranno ascoltati i responsabili civili e le difese degli imputati. Nel nuovo anno le udienze per repliche e sentenze. Come detto, però, sul processo incombe la prescrizione, che per alcuni capi d’accusa scatterà già a novembre. 

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