CUNEO - Torture in carcere, sospesi dal servizio due degli indagati

Sono 33 i poliziotti penitenziari del Cerialdo sotto accusa per violenze ai danni di dieci detenuti. Tra questi un disabile che sarebbe stato trascinato in corridoio

Redazione 18/09/2024 11:30

Il gip di Cuneo Daniela Rita Tornesi ha disposto nei giorni scorsi la sospensione dal servizio per due dei poliziotti penitenziari, indagati con l’ipotesi di torture ai danni di dieci reclusi del carcere di Cerialdo.
 
Nei confronti dei due, un assistente capo e un ispettore, è stata disposta la sospensione cautelare per la durata di dodici e dieci mesi rispettivamente. Nell’indagine, avviata ad ottobre dello scorso anno dalla Procura, sono coinvolti ora 33 agenti (rispetto ai 23 iniziali), accusati anche di abuso di potere e lesioni. Il più grave tra i vari episodi contestati è quello che sarebbe avvenuto nella notte tra il 20 e il 21 giugno 2023, quando diversi poliziotti, in quel momento fuori servizio, si sarebbero introdotti nella cella 417 del padiglione “Gesso” per compiere una vera e propria spedizione punitiva.
 
Vittime del pestaggio cinque detenuti di origine pakistana, colpiti con calci e pugni al volto: la loro colpa sarebbe stata quella di aver protestato, battendo sui blindi, perché un altro recluso nella vicina cella 416 lamentava forti dolori alla gamba e aveva chiesto più volte, senza risultato, di essere visitato in infermeria. “Vuoi anche tu qualcosa? Così stanotte dormi bene… ti do io qualcosa” gli avrebbe detto uno dei sorveglianti, colpendolo con pugni, schiaffi e calci fino a farlo cadere dalla sedia una volta condotto in infermeria, insieme agli altri reclusi. Nella stanza adiacente a quella delle visite, i detenuti sarebbero stati scherniti e ingiuriati con epiteti razziali, come “parla adesso pakistano” o “siete pakistani e persone di m…”.
 
Oltre alla “spedizione” di giugno, culminata in lesioni di varia entità (tra i sette e i quindici giorni di prognosi), agli indagati vengono ricondotti altri episodi di violenza denunciati tra l’ottobre del 2021 e l’aprile del 2022. Il sostituto procuratore Mario Pesucci, titolare dell’indagine, aveva formulato varie richieste di misura cautelare nei mesi scorsi, solo in parte accolte dal tribunale. Tra i fatti contestati l’uso del taser contro un detenuto marocchino, percosso in due occasioni. Nella seconda l’uomo era stato ritrovato svenuto in una cella di isolamento da uno dei sorveglianti: aveva chiesto e ottenuto il trasferimento di cella per poter osservare il Ramadan. Un altro detenuto, disabile con protesi a entrambi gli arti inferiori, sarebbe stato invece trascinato lungo il corridoio dopo una notte in isolamento. C’è infine il pestaggio ai danni di un altro nordafricano, al rientro dall’ospedale dove era stato ricoverato per atti di autolesionismo: tra il corridoio della sezione isolamento e il magazzino, il recluso sarebbe stato picchiato e minacciato.

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