CUNEO - Torture in carcere, tra i 35 indagati anche la comandante della Polizia Penitenziaria

Al commissario capo Erminia Froio, da una decina d’anni al Cerialdo, si contesta l’omessa denuncia. Chiuse le indagini preliminari, si va verso il processo

in foto: il comandante Erminia Froio insieme al direttore del carcere e all'assessore regionale Bongioanni

Redazione 03/12/2024 19:31

C’è anche la comandante della Polizia Penitenziaria del carcere di Cerialdo tra i 35 indagati per le presunte torture in cella. Il commissario capo Erminia Froio, da una decina d’anni a Cuneo come dirigente aggiunto, non era tra i primi destinatari degli avvisi di garanzia. A quanto si apprende le sarebbe contestata l’omessa denuncia, ma al momento nemmeno il legale nominato d’ufficio ha avuto accesso alle carte.
 
L’indagine ha preso avvio nell’ottobre dello scorso anno a carico di 23 agenti della casa circondariale, accusati di vari episodi di violenza. Il più grave è quello che sarebbe avvenuto nella notte tra il 20 e il 21 giugno scorso, quando diversi poliziotti, in quel momento fuori servizio, si sarebbero introdotti nella cella 417 del padiglione “Gesso” nel corso di una vera e propria spedizione punitiva. Vittime del pestaggio cinque detenuti di origine pakistana, colpiti con calci e pugni al volto: la loro colpa era quella di aver protestato, battendo sui blindi, perché un altro recluso nella vicina cella 416 lamentava forti dolori alla gamba e aveva chiesto più volte, senza risultato, di essere visitato in infermeria. Negli atti della Procura si parla di un “trattamento inumano e degradante per la persona”, tale da causare anche un “verificabile trauma psichico” ai detenuti aggrediti.
 
Oltre alla “spedizione” di giugno, culminata in lesioni di varia entità (tra i sette e i quindici giorni di prognosi), agli indagati vengono ricondotti altri episodi di violenza denunciati tra l’ottobre del 2021 e l’aprile del 2022. Tra i fatti contestati l’uso del taser contro un detenuto marocchino, percosso in due occasioni. Nella seconda l’uomo era stato ritrovato svenuto in una cella di isolamento da uno dei sorveglianti: aveva chiesto e ottenuto il trasferimento di cella per poter osservare il Ramadan. Un altro detenuto, disabile con protesi a entrambi gli arti inferiori, sarebbe stato invece trascinato lungo il corridoio dopo una notte in isolamento. C’è infine il pestaggio ai danni di un altro nordafricano, al rientro dall’ospedale dove era stato ricoverato per atti di autolesionismo: tra il corridoio della sezione isolamento e il magazzino, il recluso sarebbe stato picchiato e minacciato.
 
Il gip Daniela Rita Tornesi ha disposto solo nel settembre scorso la sospensione dal servizio di due degli indagati, un assistente capo e un ispettore. Quest’ultimo, in un periodo successivo, era poi stato promosso al grado di vice comandante della Polizia Penitenziaria. Il tribunale del Riesame ha confermato per entrambi la sanzione. Ora gli indagati, ai quali viene notificato in questi giorni l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, avranno venti giorni per presentare le memorie difensive. Scaduto il termine, la Procura formalizzerà le richieste di rinvio a giudizio.

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