DRONERO - Tredicenne denuncia: “Un uomo voleva costringermi a salire in auto”. Ma il processo si ferma

Per la legge Cartabia il reato non è più perseguibile in assenza di una querela. Il presunto molestatore era stato individuato dai carabinieri di Dronero

a.c. 19/06/2023 18:39

Non è una sentenza di condanna, né una vera e propria assoluzione: nei confronti di un uomo accusato di tentata violenza privata da una ragazzina di 13 anni il giudice di Cuneo ha dichiarato “non doversi procedere”. L’istruttoria era ormai conclusa, ma ai sensi della riforma Cartabia quel reato non è più perseguibile, a meno che la persona offesa non presenti una querela.
 
Da parte del padre dell’adolescente, invece, era giunta ai carabinieri di Dronero una semplice segnalazione, dopo che la figlia era tornata a casa raccontando di essere stata aggredita. Era l’agosto del 2020 e la giovane era uscita di casa per incontrare alcuni amici in paese. A un certo punto, mentre camminava da sola per strada, le si sarebbe accostata un’auto di colore chiaro: “Il guidatore ha abbassato il finestrino e ha iniziato a chiedermi se volessi un passaggio. Ho fatto finta di niente e ho continuato a camminare, ma la cosa si è ripetuta e mi sono spaventata. Allora gli ho risposto ‘no, grazie’”. Anziché convincere l’interlocutore a desistere, l’educato rifiuto lo avrebbe fatto inferocire: “L’auto si è fermata sul ciglio della strada e l’uomo è sceso, venendo verso di me. Era più aggressivo, mi ha afferrata per il braccio e urlando mi ha detto ‘allora, lo vuoi o no sto c… di passaggio?’. Non c’era neanche una macchina nei paraggi”.
 
La ragazzina sarebbe stata anche spinta a terra, prima che l’uomo, seccato, si allontanasse. Il giorno dopo lei stessa aveva notato la vettura del presunto molestatore in centro: “Ho preso la targa e ho scattato una fotografia: lui lo avevo già visto in precedenza, ma non gli avevo mai parlato”. Grazie a questa individuazione, i carabinieri sono riusciti a risalire al proprietario dell’automobile, un cittadino albanese residente in paese. L’accusato, una persona incensurata e sconosciuta alle forze dell’ordine, ha negato di aver maltrattato in alcun modo l’allora tredicenne: “Avevo accompagnato mia moglie in un paese vicino, al ritorno ho visto due ragazze e un signore alla fermata del bus. Ho chiesto se qualcuno di loro avesse bisogno di un passaggio, mi hanno risposto di no. Allora ho alzato il finestrino e me ne sono andato”. L’operaio ha anche precisato di essersi prodigato, su suggerimento dei carabinieri, per chiarire la questione: “Conoscevo suo zio, gli ho parlato e mi ha detto di non preoccuparmi: la ragazza era solo spaventata. Sono andato diverse volte dai carabinieri perché non volevo si diffondessero queste voci a Dronero. Loro mi avevano assicurato che ci avrebbero pensato loro e tutto si sarebbe risolto”.
 
A fronte della sopravvenuta improcedibilità del reato, sia l’accusa che la difesa hanno domandato una sentenza di proscioglimento, accolta dal giudice.

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