Dovrà pagare una multa di 200 euro l’imprenditore caragliese finito a processo in seguito all’infortunio - non denunciato - di un ex dipendente della sua azienda. Per Roberto Costamagna, titolare della Europoll, il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a tre mesi di carcere.
L’episodio per cui è stato sanzionato dal giudice Giovanni Mocci riguarda il ferimento di un operaio ivoriano, addetto al taglio delle carni, nel dicembre del 2016. Solo cinque anni dopo l’uomo aveva segnalato l’accaduto alle autorità, sostenendo di non averlo fatto subito perché il datore di lavoro gli aveva ingiunto di non parlare: “Se la ferita si fosse aggravata, avrei dovuto dire in pronto soccorso che mi ero fatto male a casa. In segreteria mi dicevano di non richiedere l’infortunio sul lavoro, altrimenti mi avrebbero licenziato”. L’addetto al taglio si era reciso un tendine durante la lavorazione di un pollo: non indossava i guanti di ferro prescritti dalla normativa sulla sicurezza, ma solo un paio di guanti in plastica. “Ho ricevuto i guanti di metallo solo dopo che mi sono ferito, prima non avevo protezioni” ha dichiarato in tribunale, aggiungendo di aver lavorato “in una situazione di sofferenza” per tre anni, con una sola pausa di venti minuti al giorno e il divieto di interrompere il turno perfino per andare in bagno.
Ancora nel 2021, al momento dei controlli in ditta, gli ispettori dello Spresal avevano rilevato che solo alcuni operai indossavano guanti in fibra, comunque inadeguati per quel tipo di operazioni. Da parte dell’azienda, secondo la parte offesa, ci sarebbe stato da subito un tentativo di insabbiare l’incidente: “Un collega voleva chiamare l’ambulanza, ma il caposquadra gli disse di no. Già altre persone si erano ferite e non era mai stato chiamato il 118”. Sulle circostanze dell’incidente la deposizione del ferito è stata smentita dai due colleghi che erano insieme a lui quel giorno. Entrambi hanno ricondotto l’accaduto a una “gara” tra due operai: “Due colleghi volevano sfidarsi in una gara di velocità nel tagliare i pezzi di pollo, io ho preso cinque polli per ciascuno e li ho invitati a farlo” ha raccontato un altro ivoriano, ex caposquadra. Tutti sarebbero stati forniti di guanti di ferro, ma molti rifiutavano di indossarli perché troppo freddi.
Quest’ultima circostanza è negata da un altro ex lavoratore, anche lui ivoriano, chiamato come testimone dell’accusa: “I guanti di ferro li davano solo a chi aveva le mani piccole. A me furono forniti solo dopo che mi ero tagliato la mano”. Il teste ha descritto il proprio infortunio in termini analoghi a quelli usati dal collega: “Il responsabile del reparto mi aveva portato in bagno e aveva messo alcol e un cerotto per chiudere la ferita. Il titolare mi ha detto di non andare in ospedale, minacciando di licenziarmi se l’avessi fatto”. Analoghe minacce sarebbero state formulate nei confronti di chi si allontanava per usare la toilette.
Costamagna, indagato con l’accusa di caporalato in un procedimento separato, aveva invece affermato di non aver incontrato il lavoratore quel giorno: “Non gli ho mai detto di non andare in ospedale. Per me non cambiava nulla e anzi sarebbe stato meglio: se avesse aperto un infortunio, non avrebbe gravato in nulla sull’organizzazione e sui costi di Europoll. Non avevo nessun interesse”.