Si chiude con un’assoluzione piena la vicenda giudiziaria scaturita dalla tragica morte di Marco Menardi, imbianchino e decoratore 47enne di Madonna dell’Olmo, deceduto nella notte del 10 marzo 2019 dopo una caduta in via della Pieve.
Menardi, padre di due figlie, aveva passato la serata in compagnia di amici. Intorno alle ore 3 si era allontanato dal gruppo nel piazzale di fronte agli Ex Lavatoi. A causa di una fatale distrazione era scivolato, precipitando nella scarpata sottostante per un’altezza di quattro metri e battendo la testa. Era già in condizioni disperate quando un gruppo di ragazzi aveva rinvenuto il suo corpo esanime lungo corso Marconi, la strada che porta all’ex mercato delle uve: sarebbe morto poco dopo. All’epoca dell’incidente era ancora in fase di allestimento il marciapiede su via della Pieve.
La Procura aveva aperto un’inchiesta per omicidio colposo nei confronti del responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Cuneo. Alla successiva richiesta di archiviazione si erano opposti i familiari di Menardi, rappresentati dagli avvocati Marco Dadone e Vittorio Sommacal. Nel processo di fronte al gip Sabrina Nocente, celebrato con rito abbreviato, il difensore avvocato Alessandro Ferrero ha rilevato l’insussistenza dell’ipotesi accusatoria relativa all’assenza di dispositivi di sicurezza. Nella normativa sulla separazione tra marciapiede e carreggiata, ha argomentato il legale, non rientrano i divisori tra marcipiede e aiuola.
Prima ancora della sentenza è stato comunque raggiunto un accordo risarcitorio tra la famiglia di Menardi e il Comune, per il tramite dell’assicurazione.