Si erano conosciuti all’uscita di un locale notturno di via della Pieve. Avevano iniziato a chiacchierare, tra sorrisi e battute, delle ragazze conosciute durante la serata trascorsa nella cosiddetta ‘movida cuneese’. Mentre tornavano dal gozzoviglio si erano fermati a fare colazione presso un panettiere che apriva i battenti. Un’occasione per riempire lo stomaco prima di tornare a casa per riposare. Almeno così doveva aver pensato il ventunenne ecuadoregno mentre stava offrendo la colazione a quei tre ‘nuovi amici’ conosciuti poche decine di minuti prima tra un drink e l’altro.
Quello che difficilmente poteva immaginare è che, di lì a poco, si sarebbe ritrovato in una pozza di sangue dopo essere stato massacrato di botte da quelle stesse persone che si erano offerte di riaccompagnarlo a casa. L’auto era parcheggiata nei sotterranei di piazza Boves, dove si è consumata la rapina. Quel passaggio non glielo daranno mai. Calci, pugni e addirittura cinghiate, poi il branco è sparito nel nulla con il cellulare e il portafogli della vittima, all’interno del quale c’erano 800 euro in contanti (in seguito gli investigatori scopriranno che si trattava soldi che gli servivano per trovare sistemazione in una località della riviera, dove avrebbe dovuto andare a lavorare nei giorni successivi). I malfattori non avevano colpito a caso.
Con il volto tumefatto, i vestiti strappati e senza documenti, il giovane ha allertato il 118, e poi si è presentato in Questura poco dopo l’accaduto, intorno alle 5 del mattino. Era la notte dello scorso giovedì 11 luglio. La Squadra Mobile di Pietro Nen, coordinata dal pm titolare delle indagini, Attilio Offman, si è immediatamente messa sulle tracce dei responsabili, individuandoli in tre tunisini già noti alle forze dell’ordine nonostante la giovane età: R.H., 18enne di Cuneo, S.B., 20enne di Chiusa Pesio, e M.M., un giovane che al momento dei fatti non aveva ancora raggiunto la maggiore età.
La scorsa settimana la Polizia ha proceduto al loro arresto, in ottemperanza all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip. Pesanti le accuse: rapina in concorso aggravata e lesioni personali aggravate. I maggiorenni sono stati portati al carcere di Cerialdo, mentre il minorenne è stato sottoposto all’obbligo di dimor