CUNEO - Violenza in carcere a Cuneo, detenuto perfora timpano a un poliziotto: la denuncia del Sappe

La nota dei referenti del sindacato: "Soggetto responsabile di oltre cinquecento episodi violenti, così non si può lavorare"

18/09/2024 16:17

Riceviamo e pubblichiamo.
 
Non sono passate che poche ore dalla denuncia sindacale di un grave evento critico nella Casa Circondariale di Cuneo, dove un detenuto ha improvvisamente e proditoriamente scagliato la pesante porta del box Agenti contro il poliziotto, che un nuovo episodio violento ha visto coinvolta nuovamente la struttura detentiva della Granda. Come riferisce Vicente Santilli, segretario per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, “ieri pomeriggio un detenuto ristretto alla Casa Circondariale di Cuneo ha chiamato l'agente di sorveglianza per farsi accendere una sigaretta in quanto era stato posto in isolamento e privato dell'accendino dopo aver appiccato un incendio in una cella. Subito dopo avergli acceso la sigaretta, l'Agente è stato raggiunto da un violento e immotivato schiaffo al volto che gli ha causato la perforazione del timpano e un trauma cranico. Il detenuto è un trentenne italiano che a causa del suo comportamento intramurale è stato trasferito per motivi di ordine e sicurezza dai penitenziari di mezza Italia. In carcere dal 2018 si è già reso protagonista di oltre 500 fatti gravi che comprendono violenza e resistenza a pubblico ufficiale, aggressione, danneggiamenti, tentata evasione e chi più ne ha più ne metta”. “La domanda che non possiamo non porci”, conclude il sindacalista, “è se il carcere sia la soluzione per un soggetto del genere e se possa davvero intraprendere un percorso di redenzione e reinserimento”.
 
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, annuncia che “il SAPPE lancia un appello forte e chiaro alle istituzioni chiedendo l'immediato intervento del D.A.P. e del Ministero della Giustizia. Il primo sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE, sottolinea la necessità di adottare misure più severe nei confronti dei detenuti violenti reputando che soggetti come questi non meritino alcun tipo di beneficio. È necessario applicare l'art. 14 bis dell'Ordinamento Penitenziario e fornire al personale strumento adeguato alla propria difesa”.
 
Sappe Cuneo

c.s.

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