Nella mattinata di oggi, lunedì 20 maggio, i Carabinieri hanno reso noti i dettagli riguardanti la sparatoria avvenuta nel pomeriggio di domenica 19 maggio a Dronero. La ricostruzione dei fatti fino ad ora era stata piuttosto difficile a causa della scarsità di informazioni fatte trapelare dagli inquirenti. Alla base del fatto di cronaca c’è una lite tra vicini di casa per futili motivi. I protagonisti dell’episodio, una famiglia italiana e una albanese, erano da tempo ai ferri corti. La situazione è degenerata dopo mere beghe di vicinato legate alla condivisione di un cortile comune. Entrambe le famiglie abitavano in loco per motivi lavorativi, in quanto dipendenti della stessa azienda agricola che ha messo a loro disposizione le rispettive abitazioni.
Intorno alle 17 di ieri, domenica 19 maggio, il capofamiglia albanese, 37enne, è rientrato nel cortile in auto con a bordo la moglie e i tre figli. L’uomo ha immediatamente notato il vicino di casa, un 29enne dronerese, urinare contro il muro e gli ha così chiesto conto del comportamento. E' iniziata una baruffa, ad assistere anche i familiari italiani sul posto di rientro da una gita. Durante la rissa sono stati esplosi dei colpi di arma da fuoco: l’italiano è stato ferito al collo, iniziando a perdere sangue. Ad esplodere questi colpi di arma da fuoco il cognato dell’uomo che stava urinando, anch’egli italiano: la sua intenzione era dividere i litiganti, ma l'uomo ha finito per colpire lo stesso cognato e di striscio anche la moglie 33enne dell’albanese, da qui il panico.
La moglie ha immediatamente caricato il ferito in macchina, la corsa si è poi arrestata a San Rocco di Bernezzo, dov'era fissato l'appuntamento con sanitari e forze dell’ordine. Lì la moglie del ferito e il cognato che ha sparato i colpi, fratelli tra loro, sono stati fermati dai Carabinieri. L’italiano è risultato gravemente ferito al collo ed è stato trasportato all’Ospedale di Cuneo, dove è stato operato d’urgenza. Ora è in rianimazione in condizioni stazionarie. La moglie dell’albanese è invece stata medicata e giudicata guaribile con una prognosi di dieci giorni.
Nel frattempo gli inquirenti hanno iniziato ad indagare, alla presenza del PM di turno, la dottoressa Chiara Canepa. L’uomo che ha sparato è stato arrestato perché colto in flagranza per il reato tentato omicidio e di detenzione illegale di arma da fuoco, in queste ore verrà emessa una misura cautelare in carcere nei suoi confronti. Intorno alle 4 di notte si è chiuso l’interrogatorio alla presenza del suo avvocato. Lui, un operaio di 28 anni, ha ammesso di aver esploso i colpi, ma - come detto - con l’intenzione di spaventare i litiganti. Agli inquirenti ha detto di aver rinvenuto l’arma nelle campagne. L’uomo aveva tentato di disfarsi del revolver calibro 6, detenuto illegalmente, a San Rocco di Bernezzo, ma poi ha aiutato i Carabinieri a rinvenirla. Sul fatto ci sono accertamenti in corso. La matricola è risultata abrasa, dunque gli inquirenti stanno cercando di capire da dove provenisse.
Marco Pettinato, comandante del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Cuneo: “Questo è un primo quadro. Sono in corso accertamenti di natura tecnica per accertare la verità dei fatti. La gravità del fatto è acuita dalla presenza di minori, che hanno assistito al ferimento della madre”.