FOSSANO - 41 bis, Cospito prosegue la protesta: “Se peggioro non voglio l’alimentazione forzata”

Medici preoccupati per l’anarchico, condannato per le bombe alla caserma di Fossano. Sulla revoca del carcere duro non c’è accordo tra gli uffici giudiziari

in foto: i corridoi del carcere di Opera (fonte Next New Media/associazione Antigone)

Redazione 03/02/2023 17:00

Alfredo Cospito, l’anarchico in sciopero della fame da ottobre contro il 41 bis, ha fatto pervenire al Dap una dichiarazione nella quale esprime la sua volontà perché non si proceda con l’alimentazione forzata, nel caso in cui le sue condizioni peggiorassero e fosse incosciente. Da quanto si è saputo è la prima volta, almeno a Milano (il 55enne si trova nel centro clinico del carcere di Opera), che arriva una dichiarazione di questo tipo da parte di un detenuto nelle sue condizioni. Ci saranno diversi profili giuridici da valutare, dunque, nel caso si arrivasse ad una situazione critica dal punto di vista sanitario.
 
Il terrorista in attesa di giudizio definitivo per le bombe alla caserma “Dalla Chiesa” di Fossano (nel primo processo di appello è stato condannato a 20 anni) non ha voluto sottoporsi alla prevista visita psichiatrica. Ripete, a chi ha avuto modo di incontrarlo nelle scorse ore, che non ha “alcuna intenzione” di interrompere la sua forma di protesta. Incontri nei quali ha più volte spiegato anche la sua ideologia e il suo percorso di anarchico. Ciò che preoccupa i medici, date le sue condizioni, è la possibile insorgenza di patologie cardiache. Ieri (giovedì 2) gli sono stati restituiti i libri che aveva con sé, dopo le opportune verifiche.
 
Non c’è però accordo tra gli uffici giudiziari chiamati a esprimere un parere sulla revoca del carcere duro a Cospito. Mentre la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo apre uno spiraglio sulla possibilità di far tornare il detenuto al regime dell’alta sicurezza, sia pure con tutte le cautele opportune, la procura generale di Torino non vede altra strada che la conferma del 41 bis. Così la palla torna tutta nelle mani del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che potrebbe decidere per la fine di questa settimana, o all’inizio della prossima.
 
La Cassazione ha intanto anticipato al 24 febbraio l’udienza in cui dovrà pronunciarsi sul ricorso presentato dal legale di Cospito contro l'ordinanza con cui il tribunale di sorveglianza di Roma ha confermato il 41 bis. Una decisione su cui non può non aver pesato l’aggravarsi delle condizioni di salute del detenuto, da 107 giorni in sciopero della fame: ha già perso 45 chili, ma è “assolutamente determinato ad andare avanti”, pur sapendo che tutto questo lo porterà a “conseguenze irreparabili”, come riferisce il suo avvocato, Flavio Rossi Albertini, che ha incontrato il suo assistito nel carcere di Opera, dove è stato trasferito il 30 gennaio scorso. E proprio nel penitenziario milanese sabato scorso a Cospito, ritenuto tra i leader della Fai, la Federazione anarchica informale, è stato notificato il rigetto dell’istanza di differimento pena da parte del magistrato di sorveglianza di Sassari.
 
Trapela pochissimo dei pareri giunti sul tavolo del ministro Nordio, che deve decidere se revocare, come gli ha chiesto il 12 gennaio scorso il legale di Cospito, il 41 bis, disposto il 22 maggio del 2021. Sono tre, visto che ce n’è anche uno della Direzione distrettuale di Torino. Chi li ha potuti visionare, riferisce l’Ansa, li descrive come documenti molto articolati e complessi. Decine di pagine che ricostruiscono nel dettaglio la storia processuale di Cospito, condannato a 30 anni per effetto del cumulo di più condanne emesse da diversi tribunali: una per la gambizzazione nel 2012, dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, l’altra per l’attentato del 2006 contro la Scuola carabinieri di Fossano. Pagine in cui si dà conto delle caratteristiche e dell’evoluzione della galassia anarchica. La differenza di fondo è nelle conclusioni. Per il Pg di Torino Francesco Saluzzo non c’è altra possibilità che la conferma del 41 bis. Più problematica invece la relazione del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo: Cospito può restare al 41 bis oppure tornare al regime di alta sicurezza, però con tutte le dovute cautele. Una conclusione aperta, che si affida alle valutazioni dell'autorità politica.
 
Il nodo da sciogliere è tutto legato al provvedimento disposto l’anno scorso dall’allora ministro della Giustizia Marta Cartabia: “inserito al vertice dell’associazione con finalità di terrorismo, Cospito ha fornito positiva dimostrazione di essere perfettamente in grado di collegarsi all’esterno, anche in costanza di detenzione intramuraria al regime ordinario, inviando documenti di esortazione alla prosecuzione della lotta armata di matrice anarchico insurrezionalista”, la motivazione di fondo. Che il legale di Cospito ha contestato anche allegando le motivazioni di una sentenza della Corte d’Assise di Roma che ha assolto tutti gli imputati di un centro sociale, ritenuti legati a movimenti anarchici, dall’accusa di associazione con finalità di terrorismo. In particolare in un passaggio, con riferimento ai “legami e ai confronti epistolari” intrattenuti da uno degli imputati con il leader della Fai, si dice che Cospito non vuole manipolare la sua personalità e “strumentalizzare il giovane anarchico facendone veicolo all’esterno della propria posizione politica”.

Notizie interessanti:

Vedi altro