FOSSANO - Altra grana per Chiara Ferragni. Ora il governo studia una norma anti-truffa sulla beneficenza

Dopo il caso Balocco e le uova di Pasqua si potrebbe aprire un terzo fronte di inchiesta sulla bambola Trudi. Meloni vuole fare ordine nel “far west” delle donazioni

Redazione 07/01/2024 08:30

Potrebbero aprirsi altri fronti nell’indagine della Procura di Milano su Chiara Ferragni e sulle sue società. Dopo il caso del pandoro della Balocco e delle uova di Pasqua prodotte da Dolci Preziosi, gli approfondimenti riguarderanno anche casi simili, nei quali la vendita del prodotto di turno con la griffe è stata proposta dalla nota influencer con scopi solidali. Tra questi dovrebbe esserci anche quello della bambola Trudi, analizzato in questi giorni dal quotidiano La Verità.
 
Il procuratore aggiunto milanese Eugenio Fusco attende per la prossima settimana gli esiti iniziali delle analisi sulla montagna di carte raccolte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza negli uffici dell’Antitrust, nell’ambito del procedimento sul pandoro Pink Christmas che ha portato a una maxi multa per l’imprenditrice e per l’azienda di Fossano. Non è escluso, ora, che l’inchiesta originaria possa allargarsi.
 
E questo, poiché, come è filtrato, l’intenzione è passare in rassegna tutti i contratti in cui spunta la parola “beneficenza” e che hanno, in qualche modo, punti comuni con quelli su cui è già stato acceso un faro, anche in seguito agli esposti presentati a pioggia dal Codacons: su impulso di uno di questi, come confermato dal pm Onelio Dodero, si muove ora la Procura di Cuneo. Il fascicolo sul “caso pandoro” è aperto a carico di ignoti e senza titolo di reato, per il momento. A Milano, stando a quanto riferisce l’Ansa, si terrà lunedì un incontro tra pm e investigatori per capire quale reato eventualmente contestare - dovrebbe trattarsi della frode in commercio - e se effettuare o meno iscrizioni nel registro degli indagati. Chiuso questo capitolo, verrà esaminato quello relativo alle uova di Pasqua e poi altri più o meno simili pubblicizzati dalla influencer con un fine preciso: quello di “fare del bene”.
 
Tra questi rientrerebbe anche l’iniziativa della bambola Trudi. “Tutto è avvenuto totalmente in linea con quanto pubblicato sul canale Instagram. - precisa Tbs crew Srl, società controllata da Chiara Ferragni - I ricavi derivanti dalle vendite di tale bambola avvenute tramite l’e-commerce The Blonde Salad, al netto delle commissioni di vendita pagate da Tbs al provider esterno che gestiva la piattaforma, sono stati donati all’associazione Stomp Out Bullying nel luglio 2019”. In attesa degli sviluppi giudiziari, si sta mettendo in cantiere una norma ad hoc che qualcuno, nei corridoi tra Montecitorio e Palazzo Chigi, ha già battezzato con il cognome della influencer. In sostanza, sarebbe intenzione di Giorgia Meloni e del suo partito fare ordine nel “far west” della beneficenza. E soprattutto impedire a monte le pratiche commerciali scorrette e campagne di marketing allusive per promuovere cause che di benefico, a conti fatti, rischiano di avere ben poco. La premier avrebbe già chiesto una relazione sul tema, in vista di una normativa che imponga a chi dichiara di fare beneficenza di rendere note le cifre. E di farlo scendendo nel dettaglio, anche a discapito del buon gusto, che vorrebbe non si comparisse e né si snocciolassero cifre quando davvero si fa del bene.

Notizie interessanti:

Vedi altro