Avrebbe distratto fondi per svariate migliaia di euro dalle casse del condominio che aveva amministrato per oltre otto anni a Fossano. Per questo P.G. è finito a processo con l’accusa di appropriazione indebita, dopo la denuncia presentata nel 2017 dagli eredi del proprietario dell’immobile.
P.G. è il marito di una delle figlie di quest’ultimo, un ex veterinario molto noto in città che è venuto a mancare nell’agosto 2016 all’età di 91 anni. Anche in virtù di questo rapporto l’amministratore aveva potuto operare con una certa autonomia sui conti: “Mio padre - ha precisato una delle eredi - pagava solo tramite assegni, intestati al condominio o direttamente all’amministratore. Specie negli ultimi tempi dava a mio cognato la possibilità di compilarli, poi lui li ricopiava sulla matrice”.
Poco dopo la morte dell’anziano, però, i figli si sarebbero accorti di alcune anomalie nella contabilità: “Qualche campanello d’allarme c’era stato già prima per quanto riguarda la liquidazione dei sinistri. Sapevamo che venivano denunciati ma non se le pratiche assicurative andassero a buon fine. Poi abbiamo scoperto che i conti non quadravano, ci venivano addebitate spese che non avremmo dovuto sostenere”. Un esempio? Quello relativo alla riparazione elettrica in casa di un’inquilina: “L’inquilina però affittava l’alloggio da me e non da mio padre e aveva dichiarato di non aver mai ricevuto l’elettricista. La stessa cosa è accaduta con altri inquilini relativamente alle chiamate dell’idraulico e ad altri interventi”.
A insospettire ancor più gli eredi della proprietà è stata la visione di alcune ricevute di versamento, consegnate dallo stesso P.G. a loro dire solo dopo molte insistenze. Un particolare ha attirato l’attenzione di due delle figlie, il fatto che talvolta le ricevute fossero firmate con il cognome davanti al nome: “Nostro padre non lo avrebbe mai fatto. Al contrario, era solito rimproverare a riguardo coloro che conosceva ricordando che il Carducci aveva bocciato uno dei suoi studenti proprio dopo averlo visto firmare in quel modo”. A fronte di queste anomalie, i neo proprietari avevano quindi incaricato un geometra di effettuare una revisione contabile che aveva confermato i loro dubbi. Nel gennaio 2017 P.G. era stato infine rimosso dalla carica di amministratore a seguito di un’assemblea straordinaria.
Il perito grafologico incaricato dalla Procura di esaminare le cinque ricevute di versamento consegnate dall’imputato ha riferito di non poter attribuire con certezza quegli scritti alla mano del vecchio proprietario. I documenti che ha esaminato sono infatti semplici fotocopie e questo, secondo l’esperto, “non esclude la possibilità che le firme possano essere state apposte altrove e poi copiate”.
Il processo è stato rinviato all’11 marzo 2021 per ascoltare altri testi di accusa.