“Il 20 aprile Alfredo sarà morto”. Non usa mezzi termini Angelica Milia, la dottoressa di fiducia che segue le condizioni di salute dell’anarchico Alfredo Cospito. Il 55enne, condannato per le bombe alla scuola allievi carabinieri di Fossano, è in sciopero della fame da 100 giorni per protestare contro il regime del 41 bis al quale è sottoposto nel carcere di Bancali, a Sassari.
La Cassazione ha fissato al 20 aprile la trattazione del ricorso presentato dall’avvocato di Cospito, Flavio Rossi Albertini, per richiedere la revoca del carcere duro al suo assistito. Una tempistica che per la dottoressa Milia “non è compatibile con le condizioni fisiche di Alfredo”. Il legale si è rivolto nel frattempo al Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, al Provveditorato regionale sardo e al Garante nazionale dei detenuti per domandare l’immediato trasferimento da Bancali a un altro istituto penitenziario “dotato di centro clinico”. Le condizioni di salute di Cospito, scrive Rossi Albertini, “stanno precipitando”, come comunicatogli dal medico che ha visitato l’anarchico, e nel penitenziario dove è recluso oggi non troverebbe “alcuna possibilità di cura e/o intervento salvifico della vita”.
Nel frattempo è polemica sulla diffida che la direttrice reggente del carcere di Sassari ha indirizzato al medico curante di Cospito, intimandole di non rilasciare dichiarazioni sullo stato di salute del detenuto. Nel mirino c’è un’intervista rilasciata dalla Milia a Radio Onda d’Urto, storica emittente bresciana vicina agli ambienti dell’antagonismo. Contro quella che viene definita “fattispecie surreale” ed “ennesima aggressione alla libertà di stampa nel nostro Paese” si schierano i sindacati giornalistici Fnsi e Usigrai: “Un conto è il rispetto delle prescrizioni connesse al regime carcerario del detenuto, altro è mettere un bavaglio rispetto alle condizioni di salute del detenuto, con la minaccia di non permettere più alla dottoressa di visitarlo”.
Alfredo Cospito è in carcere dal settembre del 2012, quando venne arrestato a Torino insieme a un altro anarchico per l’attentato compiuto il 7 maggio precedente ai danni di Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare: mentre usciva dalla sua abitazione a Genova, in compagnia del figlio, Adinolfi era stato raggiunto al ginocchio da tre colpi di pistola, sparati da due uomini in moto. L’attentato venne rivendicato dalla Federazione Anarchica Informale di cui Cospito è stato il principale esponente insieme alla compagna Anna Beniamino. I due sono stati condannati in tutti i gradi di giudizio anche per aver piazzato e fatto detonare due ordigni di fronte all’ingresso della caserma “Dalla Chiesa” di Fossano, nella notte del 2 giugno 2006. Lo scorso anno la Cassazione ha riqualificato il reato in strage con movente politico, disponendo un nuovo processo d’appello: alla luce dell’aggravamento dell’imputazione, il pubblico ministero ha chiesto la condanna all’ergastolo per Cospito e 27 anni di carcere per la Beniamino.