“Non vidi nulla di offensivo nella foto: mi sembrava una cosa scherzosa, per questo non mi sono sentito in dovere di avvisare il comandante”: queste le parole di uno degli agenti di Polizia Penitenziaria chiamati a testimoniare nel processo per diffamazione contro C.A., un loro collega in servizio al carcere di Fossano.
A presentare denuncia nel giugno 2018 era stato il comandante Eraclio Stefano Seda, dopo aver appreso di un fotomontaggio circolante su alcune chat di Whatsapp. L’immagine ritraeva il suo volto ‘proiettato’ sulla nuca di uno degli agenti e il comandante lo aveva ritenuto offensivo, al punto da sporgere querela.
C.A., l’autore del ‘collage’ fotografico, lo aveva inviato sul cellulare di alcuni colleghi con cui era in confidenza. “Capitava solo di quando in quando di scambiare tra noi immagini goliardiche, e il comandante Seda non è mai stato un ‘bersaglio privilegiato’” ha affermato uno di loro, aggiungendo: “Ho immaginato che C.A. volesse sottintedere che per il collega ritratto il superiore fosse un’’idea fissa’. Tuttavia non ho mai sentito voci riguardo a una particolare subalternità di quell’agente al nostro comandante”.
La stessa versione è stata fornita da un altro dei poliziotti chiamati in tribunale: “Mai sentito dire nulla a riguardo. In quel momento il clima a lavoro era sereno, solo in seguito sarebbero sorte tensioni”. Nell’agosto dello stesso anno, il comandante Seda era stato fatto oggetto di un duro comunicato del sindacato OSAPP, che denunciava all’amministrazione penitenziaria “gravissimi atteggiamenti illeciti e discriminatori del comandante di reparto”. Una presa di posizione da cui si erano comunque dissociati con fermezza altri agenti e sigle sindacali come la FNS Cisl.
Già all’epoca del fotomontaggio ‘incriminato’ C.A. avrebbe inviato due segnalazioni nei confronti del comandante. Un particolare di cui, tuttavia, i testimoni hanno detto di non essere a conoscenza.
Il processo è stato rinviato al 7 febbraio 2020 per la deposizione della parte offesa e di altri due testi e la discussione finale.