Sono stati i tatuaggi a mettere nei guai uno dei due uomini sospettati per il furto in un locale di Fossano, risalente al maggio del 2022. C.D., cittadino rumeno, oggi detenuto, è imputato insieme al connazionale C.M.V.: secondo le accuse, i due si sarebbero introdotti negli spogliatoi destinati ai dipendenti di un bar pasticceria in via Roma, forzando un paio di armadietti. Magro il bottino: una trentina di euro sottratti dai portafogli, più alcune carte di credito che erano state subito bloccate.
Uno dei due accusati era stato notato, con indosso una maglietta gialla, proprio da una dipendente del bar, mentre si allontanava in fretta. Allo spogliatoio, hanno spiegato i testimoni, si accede salendo una scala dal cortile interno: o attraversando il locale, oppure entrando dall’uscita secondaria che dà su via Ancina. Quest’ultima sarebbe stata la via utilizzata per l’ingresso e la fuga dai malviventi: una lavoratrice ha confermato di aver notato, quel giorno, due persone che parlavano in una lingua straniera, verosimilmente est-europei. I due avrebbero atteso che la donna si allontanasse per poi bloccare la fotocellula del portone e introdursi.
All’individuazione di uno dei due sospettati si è arrivati quasi subito, in base alla descrizione dell’abbigliamento. La titolare del bar aveva seguito l’uomo tatuato, C.D., e lo aveva visto incontrarsi con l’amico, sotto i portici di via Roma. In seguito era intervenuto un militare dell’Esercito che aveva bloccato l’altro uomo, C.M.V., fino all’arrivo dei carabinieri. Il fermato era stato quindi accompagnato in caserma per la perquisizione, condotta con esito negativo. “Durante la stesura degli atti - ha spiegato il maresciallo Angelo Cortellessa - abbiamo notato che il suo telefono continuava a squillare. Abbiamo annotato il numero del chiamante, si trattava appunto di C.D.”. Questo soggetto, noto alle forze dell’ordine, era sottoposto all’obbligo di firma e si era recato in caserma quella stessa mattina, un paio d’ore prima del furto: “Ci è venuto in mente che poteva essere l’altro probabile autore del fatto. Tranne che per un singolo capo d’abbigliamento, la maglia, era vestito nello stesso modo e aveva un vistoso tatuaggio al braccio sinistro, come indicato dalla teste”. L’imputato, presente in aula, ha mostrato tuttavia di avere tatuaggi ben visibili su entrambi gli avambracci, non su uno solo.
Il 22 febbraio il giudice ascolterà anche la sua versione, insieme ai rimanenti testi indicati dalle parti.