Non avrà fatto il giro del web, come la famosa cena di pesce a Gubbio - i cui effetti indesiderati vennero presto smentiti -, ma di certo nella caserma “Dalla Chiesa” di Fossano l’intossicazione alimentare c’è stata.
Lo dimostra la sentenza con cui il giudice Elisabetta Meinardi ha sanzionato il legale rappresentante e la responsabile sicurezza alimentare della Ladisa Ristorazione, G.D.P. e A.S., insieme a M.B., il cuoco della mensa del 32esimo Genio Guastatori. Per tutti e tre la condanna è pari a due mesi e venti giorni di reclusione, con il beneficio della sospensione della pena, più una multa da 272 euro complessivi per ciascuno. La Procura contestava le lesioni personali al cuoco e il commercio di sostanze alimentari nocive ai vertici della società barese che deteneva, all’epoca, l’appalto per la fornitura di tutte le mense dell’Esercito Italiano.
“Ho pensato al programma ‘Cucine da incubo’ e leggendo gli atti mi verrebbe da parlare di ‘Caserme da incubo’” aveva commentato il pubblico ministero nella sua requisitoria, chiedendo una pena di cinque mesi per ciascuno. Dopo un pranzo in mensa, nel luglio del 2019, ben 41 dei 190 militari in forza al 32esimo Genio Guastatori accusarono malesseri e sintomi di gastroenterite. Tra questi diciannove si recarono in ospedale e uno, il più grave, fu anche ricoverato. Quest’ultimo, insieme a un collega, si è costituito parte civile e dovrà essere risarcito in separato giudizio.
Secondo le ipotesi degli inquirenti il batterio responsabile della piccola “epidemia” in caserma è il Campylobacter jejuni, affine alla più nota salmonella. La Procura era giunta a ritenere che la gastroenterite fosse stata provocata dalla mancata disinfezione delle attrezzature da cucina, nello specifico dei coltelli con cui erano stati affettati il polpettone con i funghi e le cosce di pollo, prima di essere serviti in mensa.
Le difese avevano prospettato una diversa eventualità, cioè che l’intossicazione fosse stata provocata da un parassita tropicale, la Cyclospora cayetanensis, a cui erano risultati positivi due dei pazienti visitati in ospedale. Tra loro c’era il militare che aveva accusato i sintomi più gravi e che era tornato giusto un mese prima dal viaggio di nozze nei Caraibi. Ma quest’ultimo, hanno obiettato le parti civili e l’accusa, non aveva più avuto nessun problema di salute dopo il rientro in servizio, fino al famigerato polpettone.