Devono rispondere di disastro ferroviario colposo i due responsabili dell’azienda Asfalti Savigliano, imputati nel processo per il deragliamento di un treno a Trinità nel 2018.
L’istruttoria, nella quale Trenitalia è parte civile, si è aperta stamani a Cuneo. Il 27 aprile di quattro anni fa un regionale veloce sulla linea Savona-Torino venne investito dal crollo di una gru sui binari. La motrice e due carrozze del convoglio finirono fuori asse poche centinaia di metri prima della stazione di Trinità, dopo che il braccio dell’autogru aveva tranciato i cavi elettrici della linea. Un disastro che per fortuna non si trasformò in tragedia: una decina i feriti, non gravi, tra i circa 200 passeggeri.
Il manovratore della gru, titolare della ditta Edil Giara srl di Trinità, ha in seguito definito un patteggiamento. Sono andati invece a dibattimento gli amministratori della Asfalti Savigliano, ovvero l’azienda proprietaria del lotto di terreno sul quale stazionava il mezzo. Il terreno era stato concesso in comodato gratuito alla Edil Giara, in base a un accordo verbale mai formalizzato. Veniva utilizzato dall’azienda trinitese, specializzata nella costruzione di prefabbricati, come deposito e magazzino. Una parte però era rimasta nella disponibilità della Asfalti Savigliano che vi teneva materiale edile all’interno di una recinzione metallica. Proprio alla Asfalti Savigliano, in seguito all’incidente, lo Spresal aveva elevato un verbale di prescrizione per non aver incluso il terreno nel documento di valutazione dei rischi.
Dopo il disastro la Polizia Scientifica aveva individuato il punto di impatto all’altezza del km 6+910, a circa cinquecento metri dal punto in cui il convoglio ferroviario era deragliato. “Non era stato possibile, però, appurare da subito dove fossero collocati prima dell’impatto i piedini di stazionamento della gru, perché era pieno di segni lasciati da piazzamenti precedenti” ha riferito Nunzio Amante della Scientifica, che eseguì i primi rilievi. All’origine del crollo, secondo quanto ricostruito dai vigili del fuoco, ci sarebbe stato il ribaltamento di una soletta in calcestruzzo che la gru stava movimentando in quel momento.
La gru si trovava a quattro o cinque metri dalla massicciata ferroviaria. Secondo quanto prevede la normativa, chi effettua lavori in prossimità della linea di una ferrovia deve chiedere autorizzazione preventiva a Rfi. Una richiesta era stata in effetti presentata nel 2007 da Asfalti Savigliano ed era relativa alla costruzione di un capannone: l’ente gestore delle ferrovie in quell’occasione aveva dato il via libera. Non risulta invece che i lavori eseguiti nel 2018 da Edil Giara fossero stati autorizzati da Rfi, secondo quanto riferito dal tecnico dello Spresal che eseguì gli accertamenti.
Il processo è stato rinviato al 26 ottobre per la prosecuzione dell’istruttoria.