FOSSANO - Il pandoro “solidale” nelle carte della Balocco: “Le vendite servono a pagare il cachet di Chiara Ferragni”

Nelle mail dell’azienda il disappunto dei dipendenti: all’influencer oltre un milione di euro, ma l’operazione marketing fu un fiasco. Il Codacons intanto fa denuncia

Andrea Cascioli 16/12/2023 16:00

Le vendite del pandoro “solidale” griffato Chiara Ferragni? Servivano a pagare il lauto cachet dell’influencer. A dirlo non è solo l’Antitrust, che per questa ragione ha inflitto una multa da oltre un milione alle due società titolari del “brand” Ferragni (Fenice Srl e TBS Crew Srl) e 420mila alla Balocco, ma anche gli scambi di mail interni all’azienda dolciaria fossanese.
 
Dalle comunicazioni tra i dipendenti traspariva tutto il disappunto per un’operazione su cui almeno qualcuno, già prima che scoppiasse lo scandalo, nutriva seri dubbi: “Mi verrebbe da rispondere: le vendite servono per pagare il vostro cachet esorbitante” si legge in una delle mail. Ad avviso dell’Antitrust, del resto, la Balocco “non avrebbe voluto inserire nel comunicato il riferimento alla donazione come legata alle vendite del prodotto”. Nell’entourage di Ferragni, però, si spingeva proprio per veicolare quel messaggio, lasciando intendere ai consumatori che le vendite del pandoro “Pink Christmas” fossero correlate all’entità della donazione in favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino.
 
Un falso, dal momento che la donazione - 50mila euro - era già stata bonificata dalla Balocco, mesi prima del lancio del prodotto. Lo si metteva nero su bianco, sottolinea l’autorità garante per la concorrenza, anche nelle mail “che i team di Balocco e della Ferragni si sono scambiati, addirittura nel mese di settembre del 2021, prima della firma del contratto”, dove “si parla apertamente della circostanza che la donazione sarebbe avvenuta nel mese di maggio”. Ciononostante “tutti i messaggi veicolati al pubblico” nei post e nelle stories della Ferragni lasciavano intendere che l’imprenditrice digitale fosse “parte attiva” della donazione, in favore dei bambini colpiti da osteosarcoma e sarcoma di Ewing.
 
“Per noi è molto importante sottolineare il sostegno al progetto benefico senza menzionare le vendite (in quanto si tratta di una donazione che non è legata all’andamento del prodotto sul mercato)” faceva presente un dipendente di Balocco, senza trovare ascolto nella controparte. “Sharing is caring: quest’anno sotto l’albero un regalo speciale. Il pandoro di Chiara Ferragni per sostenere l’ospedale regina Margherita di Torino” si legge in un post di Instagram dell’8 dicembre 2022, pubblicato da chiaraferragnibrand e ripreso dal profilo ufficiale della Balocco.
 
Dal punto di vista del colosso dolciario “Pink Christmas” fu un’operazione di marketing fallimentare. Lo ho scritto la stessa azienda nella memoria difensiva, annotando che circa il 20% dei 362.577 pandori in “edizione limitata” erano rimasti invenduti. Rispetto a quelli tradizionali, venduti a 3,68 euro, cambiava solo il packaging. E il costo: 9,37 euro, due volte e mezzo di più. “Una tale differenza di prezzo, - osserva l’Antitrust - peraltro non giustificata da una maggior qualità degli ingredienti, rafforzava, agli occhi del consumatore, il convincimento che nel maggior prezzo del pandoro griffato fosse incluso un contributo alla donazione”.
 
Sia Balocco che Ferragni hanno contestato il provvedimento del garante: “Ho voluto sottolineare la donazione benefica fatta da Balocco all’ospedale Regina Margherita perché per me era un punto fondamentale dell’accordo” dice l’influencer, in un messaggio affidato alle stories di Instagram. “Chiara Ferragni sarà chiamata a rispondere del possibile reato di truffa aggravata, con la richiesta di porre sotto sequestro i conti delle sue società a tutela delle azioni di rivalsa da parte dei consumatori” tuona il Codacons, annunciando la presentazione di un esposto in 104 procure della Repubblica affinché valutino i possibili profili penali della vicenda. È già la seconda volta che le iniziative di solidarietà dei Ferragnez sono coinvolte da provvedimenti dell’Antitrust, ricorda l’associazione consumatori: nel 2020 la piattaforma Gofundme usata da Fedez e Ferragni per la raccolta fondi in favore dell’ospedale San Raffaele fu multata con 1,5 milioni di euro per i costi occulti a carico dei donatori.

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