Il caso di Alfredo Cospito approda domani, martedì 18, alla Corte costituzionale. La causa che riguarda l’unico anarchico detenuto al 41 bis, da settimane ricoverato nel reparto di medicina penitenziaria del San Paolo di Milano per le precarie condizioni di salute dovute al lungo sciopero della fame, sarà la prima ad essere trattata nell’udienza pubblica.
E la decisione che la Corte prenderà (non si sa se già in giornata o nei prossimi giorni) sarà cruciale per il suo destino giudiziario: da quella dipenderà l’eventuale condanna all’ergastolo o invece a una pena tra i 21 e i 24 di carcere per i due ordigni fatti esplodere nel 2006 davanti alla Scuola allievi carabinieri di Fossano. Le bombe, pur potenzialmente letali secondo i periti, non fecero vittime né feriti. Cospito sta già scontando i 20 anni di reclusione che gli sono stati inflitti per quella vicenda, ma la pena dev'essere rideterminata dalla Corte d’assise d’appello di Torino dopo che la Cassazione ha riqualificato il reato contestato, aggravandolo, come strage politica. Sono stati proprio i giudici di Torino a investire la Consulta, chiamata a decidere se sia conforme ai principi della Costituzione l’articolo 69 del codice penale, che per il reato di strage politica impedisce sconti di pena nei casi - come quello di Cospito - di recidiva aggravata.
Dal sì o dal no dipenderà dunque se all’anarchico toccherà o meno il carcere a vita. Un verdetto che l’ideologo del Fronte anarchico informale attende con qualche speranza. Come fa pensare il fatto che da qualche tempo abbia ripreso a assumere qualche alimento, attenuando il rigoroso sciopero della fame cominciato 6 mesi fa contro il regime del 41 bis.