Dopo quasi vent’anni di lavoro in una panetteria di Fossano ha detto basta e ha denunciato il suo ex titolare per maltrattamenti. Al giudice, ora, la donna racconta di mesi di insulti e umiliazioni davanti ai colleghi. Perfino un’aggressione fisica, dice: “Poco prima di Natale 2019 era arrabbiato perché parlavo con un collega, spiegando quello che avremmo dovuto fare. Mi ha tirato in faccia un pezzo d’impasto. Gli altri ridevano, io piangevo”.
I problemi, assicura l’autrice della querela, sarebbero cominciati solo nell’ultimo biennio. Dopo che gli altri due dipendenti “storici” avevano lasciato il posto: “Il titolare aveva deciso di vendere, ma la trattativa non si concluse e loro se ne andarono. Allora lui aveva assunto tre nuovi dipendenti. Da quel momento, per me, tutto è peggiorato. Mi chiedeva ‘perché non te ne vai anche tu, perché non fai come loro?’”. Continui screzi, motivati da divergenze di carattere lavorativo: “Eppure io facevo le stesse cose dal 2003”. Gli episodi di maltrattamenti si sarebbero ripetuti ogni giorno: “Quando non accadeva niente era perché mi ignorava, se chiedevo qualcosa mi faceva rispondere da altri”. Anche alcuni dei colleghi avrebbero contribuito a rendere invivibile l’atmosfera: “Uno di loro mi disse ‘hai quarant’anni e non hai ancora figli, fossi in te mi suiciderei”.
Il capo avrebbe protestato anche per le assenze della sua collaboratrice, dovute ad alcuni interventi chirurgici. Assenze che lei, precisa, aveva coperto usufruendo delle ferie anziché della malattia: “Si arrabbiò perché era il periodo di produzione delle bugie di carnevale. Quando tornai mi allontanò, poi mi venne incontro urlando: indietreggiai impaurita fino a un angolo, poi scappai. Mi disse che mi stavo allontanando senza permesso”. In periodo Covid, ancor peggio: “Un giorno andai in crisi respiratoria, venne avvertito il mio compagno che poi chiamò il 118. Fu l’ultimo giorno”. La vertenza sindacale, ha spiegato la parte offesa, si è conclusa con un licenziamento perché le assenze avevano superato i 180 giorni.
“Gli attacchi di panico erano giornalieri, si svegliava con tremori, crisi di pianto e paura” ha affermato il convivente della ex panettiera: “Andai anche a cercare un chiarimento con il suo capo, dopo l’episodio del lancio dell’impasto. Mi disse che non voleva colpirla ma non spiegò perché l’avesse fatto. Eppure era venuto a casa nostra lui stesso per chiedere se lei volesse rimanere, la riteneva un elemento valido”. Un ex collega della donna ha invece affermato di non aver mai notato vere e proprie umiliazioni: “Forse loro due avevano più scontri perché entrambi di carattere forte. Al titolare poteva non andare bene un lavoro, lei si arrabbiava e litigavano, ma tutto passava”. Il 17 giugno è attesa la prosecuzione dell’istruttoria.