Si è chiusa con la remissione di querela, previo risarcimento, la vicenda giudiziaria che aveva portato a processo per truffa il sedicente proprietario di una casa vacanze sulla Riviera ligure. Vittima del raggiro una signora di Fossano, all’epoca 43enne, che aveva risposto a un’inserzione sul portale Subito.it.
Mille euro per due settimane di villeggiatura, in un alloggio di Finale Ligure. Un prezzo che l’acquirente aveva spuntato dopo una trattativa con una donna, sentita anche per telefono. L’inserzionista aveva confermato che l’alloggio era disponibile per il mese di luglio e aveva invitato a prenotare in fretta, perché la richiesta era molto alta in quel periodo. Il prezzo era basso e l’alloggio, racconta la fossanese, sembrava carino e adatto alle sue necessità. Così il giorno dopo la 43enne aveva chiamato dicendo di essere interessata e la proprietaria le aveva chiesto un acconto da 500 euro, pari a metà dell’affitto.
Lei aveva acconsentito anche a versare la somma su una carta Postepay anziché attraverso un bonifico, come avrebbe preferito fare: “Era da un po’ che cercavo l’alloggio. Ho chiesto come era, se corrispondesse alle foto, quale fosse l’ampiezza delle camere. La signora mi ha dato la descrizione e mi sono fidata”. Subito dopo il versamento, però, non c’era più stato verso di ricontattare l’autrice dell’annuncio. Dopo alcuni giorni trascorsi invano la donna aveva provato a richiamare col numero della figlia, chiedendo se potesse vedere l’alloggio: “Mi era venuto il dubbio che qualcosa non quadrasse. La signora ha risposto di no e ha buttato giù il telefono”. La vittima della truffa ha detto di aver appurato, con l’ausilio delle mappe satellitari, l’effettiva esistenza del luogo: “La via esisteva e per giunta era proprio sul mare”.
Alla fine, però, non le era rimasto altro da fare che presentare denuncia ai carabinieri, fornendo il cellulare e il numero di Postepay della truffatrice. L’utenza telefonica è risultata essere intestata a una donna residente a Napoli, Caterina Fazio. La Postepay era invece in uso a tale Giuseppe Farinelli, indicato dalla persona che aveva portato avanti la trattativa come suo marito. Per i fatti risalenti al 2017 l’uomo è stato accusato di truffa, ma la remissione di querela gli ha evitato conseguenze ulteriori davanti alla giustizia penale.