Da uno scambio di battute su Facebook si è passati alle aule di giustizia, come sempre più spesso accade da quando i social sono entrati a far parte della vita di (quasi) ognuno di noi. In questo caso si tratta di una vicenda originata da un post sul profilo privato di una 36enne di Sanremo, l’autrice della denuncia nei confronti di G.C., 49enne residente a Bene Vagienna.
La donna ha raccontato di aver invitato per cena alcune amiche, in una sera di novembre del 2016. Una di loro, poco prima di arrivare, aveva pubblicato sulla bacheca social della padrona di casa un semplice e scherzoso commento: “Ho fame!”. L’altra aveva risposto pubblicando la fotografia della salsa che stava preparando: “Poco dopo è comparso un commento di risposta, da parte di un certo G.C., un uomo che non conoscevo ma che era tra i contatti della mia amica. Il commento conteneva l’immagine di una ragazza che praticava sesso orale”.
Indispettita da questa intrusione, la sanremese avrebbe chiesto allo sconosciuto di rimuovere quella foto: poiché non aveva ricevuto risposta, dopo qualche minuto aveva segnalato ai moderatori di Facebook quel commento che era stato in effetti censurato come immagine oscena. La reazione di G.C. a quel punto sarebbe stata molto ostile verso di lei: “Ha pubblicato la notifica della censura sul suo profilo, corredandola da una serie di insulti nei miei confronti. Io ero citata con nome e cognome e la mia amica era stata addirittura taggata, infatti il post compariva anche sul suo profilo”. Era stata proprio la sua amica, arrivata a casa sua, a informarla degli sviluppi: “Nella didascalia G.C. aveva scritto ‘non capisco come certe persone possano essere così psicopatiche da scandalizzarsi per la foto di un p…’”.
L’autrice della querela ha spiegato che il suo disappunto per quell’immagine non era legato solo alla volgarità della stessa e all’imbarazzo che avrebbero potuto provare i suoi amici e conoscenti nel vederla: “Mi occupo di comunicazione social a livello lavorativo e il mio profilo è un po’ il mio ‘biglietto da visita’. Inoltre, in quel periodo il mio compagno era in causa con l’ex moglie per l’affidamento esclusivo dei figli e temevo che anche una questione come quella potesse incidere sulla valutazione del giudice riguardo alla mia idoneità a vivere con loro”. Avrebbe volentieri evitato di arrivare al processo, ha aggiunto, proponendo un accordo tramite il suo avvocato: “Un mese dopo avevo il mio legale aveva chiesto a G.C. di rimuovere il post in cui mi dava della psicopatica, pubblicare le sue scuse e donare 300 euro in beneficenza all’ospedale Gaslini. Il post però non è mai stato rimosso e così ho sporto querela”.
Al termine dell’esame della parte offesa, il processo è stato rinviato al prossimo 10 marzo per l’esame dei restanti testi di accusa e parte civile.