Sono quattordici in tutto i rinvii a giudizio per il crollo del viadotto di Fossano accolti dal giudice per l’udienza preliminare. Lo scorso aprile la Procura di Cuneo aveva formulato sedici richieste per altrettanti indagati di disastro colposo in riferimento al crollo avvenuto il 18 aprile 2017 sulla Statale 231.
Nel corso di questi quattro anni l’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Pier Attilio Stea ha seguito tre diversi filoni. Il primo ha riguardato sei responsabili delle aziende appaltatrici dell’opera, chiamati a rispondere di negligenza e imperizia nella realizzazione della struttura. Il secondo era relativo a cinque dipendenti dell’Anas, cui si contestava di non aver eseguito i dovuti controlli pur in presenza di segni di usura e perdite. Un terzo fascicolo approfondiva invece la posizione di due responsabili dell’azienda appaltatrice che nell’ottobre del 2006 eseguì lavori di rifacimento del manto stradale sul ponte e due addetti dell’Anas (uno di questi era già chiamato in causa nell’ambito del precedente fascicolo sulle supposte negligenze nei controlli).
I lavori per la tangenziale di Fossano erano stati assegnati dall’Anas il 26 luglio 1990 insieme a un pacchetto di opere legate alle Colombiadi di Genova 1992. Ad aggiudicarsi l’appalto, finanziato con 40 miliardi di lire, fu un’associazione temporanea di imprese la cui capogruppo era la Itinera Costruzioni Generali Spa, società facente capo all’imprenditore alessandrino Marcellino Gavio. I lavori vennero poi eseguiti dalla padovana Grassetto spa (controllata di Itinera), mentre la Ingegner Franco spa fornì i conci prefabbricati in cemento per la costruzione dello svincolo. C’è poi una terza azienda chiamata in causa, quella che nel 2006 si era aggiudicata l’appalto per la sostituzione dei giunti ammalorati: si tratta della Pel. Car. srl di Cancello ed Arnone, in provincia di Caserta.
Per tutti i cinque indagati dell’Anas nell’ambito del secondo filone la pubblica accusa aveva chiesto il non luogo a procedere: dai riscontri delle indagini infatti sarebbe emersa l’impossibilità di determinare dall’esterno il livello di deterioramento. A carico di uno dei tecnici chiamati a sovrintendere ai lavori del 2006, in particolare, era stata chiesta l’archiviazione perché si era appurato che il dipendente era in ferie nei giorni considerati. Le difese di due degli indagati, un ingegnere e un geometra, si sono però opposte al non luogo a procedere e hanno chiesto e ottenuto il giudizio con rito abbreviato: il procedimento a loro carico si svolgerà il prossimo febbraio. Per gli altri dodici indagati invece il giudice Sabrina Nocente ha disposto il rinvio a giudizio con rito ordinario. Il dibattimento, di fronte al giudice monocratico Alice Di Maio, si aprirà il prossimo 8 novembre.
Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, l’Anas, la Provincia di Cuneo e il Comune di Fossano sono gli enti identificati come parti offese.