Si discute un caso di stalking al tribunale di Cuneo che vede sul banco degli imputati D.S., 40enne di Fossano, denunciato l’estate scorsa dalla ex fidanzata. Il sospetto è che la vicenda abbia perfino a che fare con un tentativo di avvelenamento e un attentato ai freni dell’auto che la ragazza, residente in un comune dell’hinterland cuneese, sostiene di aver subito. Dopo la denuncia, nei confronti dell’uomo era stato emesso un divieto di avvicinamento, poi aggravato con gli arresti domiciliari.
A parlare nell’ultima udienza una sorella della persona offesa: “A dicembre 2020 ho saputo che si frequentavano. Ma la vedevo molto scossa ogni volta che tornava, dopo un po’ mi ha parlato di aggressioni verbali. Io ho chiesto aiuto a un amico che lo conosceva, mi disse che era meglio stargli lontano”. In luglio la denuncia, dopo un episodio che aveva spaventato le due sorelle: “Mi raccontò che lui la inseguiva con la sua auto da quando era uscita da lavoro. Ci trovammo dai carabinieri, poi un amico che si era appostato vicino a casa nostra lo vide passare di nuovo”.
Questo amico è la stessa persona che ha fornito alle sorelle gli screenshot di diversi aggiornamenti di stato pubblicati su Whatsapp e Instagram. Alcuni di questi hanno allarmato ancora di più la famiglia della ragazza, convinta che vi si celassero allusioni minacciose: “In un’occasione aveva postato l’immagine di due occhi e la scritta ‘io ti osservo, io ti vedo’. Un’altra volta scrisse ‘finalmente tutti dormono, c’è solo il rumore dell’acqua’: noi abitiamo vicino a un canale”. Ma a preoccupare sarebbe stato soprattutto una sorta di “conto alla rovescia”: “Aveva iniziato con questo countdown che terminava proprio il giorno del compleanno di mia sorella. A corredo la frase ‘finalmente saremo tutti liberi e potremo festeggiare’”.
L’imputato sarebbe stato avvistato in un paio di occasioni nei dintorni del luogo di lavoro della giovane. Anche i danneggiamenti alle auto di famiglia vengono ricondotti a lui: “Sempre in luglio mia sorella aveva portato l’auto dal meccanico perché aveva problemi. Venne trovata una sostanza bianca nel serbatoio, la stessa che avevamo rinvenuto in una bottiglia dell’acqua nel capannone vicino a casa nostra. Il meccanico disse inoltre che erano stati tagliati freni e che lei era viva per miracolo. Anche la mia auto venne rigata”. L’auto, ha aggiunto la testimone, era parcheggiata in un luogo chiuso all’interno della loro proprietà.
Il prossimo 22 luglio sono convocati i restanti testi dell’accusa.