A fine estate dello scorso anno, a Bene Vagienna, dopo alcuni giorni di agonia, morirono 11 bovini, 4 adulti e 7 vitelli. Il veterinario intervenuto ai primi segni di malessere degli animali individuò come probabile causa una intossicazione alimentare, ma le cure somministrate non poterono comunque evitare la morte degli animali. Dalle analisi fogliari effettuate sul foraggio utilizzato per nutrire gli animali emerse un rilevante contenuto del principio attivo noto come “glifosate”, un erbicida.
A seguito di querela sporta dall’allevatore ai Carabinieri Forestali di Mondovì, sono iniziate le indagini per individuare l’origine della contaminazione del foraggio ed il responsabile. Dopo alcuni accertamenti e sopralluoghi è emersa una possibile correlazione tra l’avvelenamento del foraggio e i trattamenti colturali, effettuati in un pioppeto limitrofo al campo dove era stato prelevato il foraggio, volti a ridurre le erbe infestanti. In particolare si è ritenuto plausibile che il trattamento effettuato sul pioppeto non abbia rispettato le modalità di distribuzione del prodotto chimico, favorendo una dispersione dello stesso anche al campo limitrofo (effetto di deriva).
A seguito di recente perquisizione presso la sede dell’azienda agricola titolare del pioppeto, delegata dalla Procura, i Carabinieri Forestali hanno rinvenuto numerosi prodotti fitosanitari illecitamente detenuti in quanto revocati dal Ministero della Salute per l’elevata tossicità, prontamente posti sotto sequestro penale. La titolare dell’azienda agricola è stata deferita all’autorità giudiziaria per “getto pericoloso di cose” e sono inoltre stati elevati verbali amministrativi per un importo complessivo di 11.000 euro.
In relazione al presente procedimento penale, si tiene a precisare che le indagini sono in corso di sviluppo, potendo emergere in futuro elementi di segno contrario rispetto a quelli sino ad ora raccolti, a favore quindi dell’indagato, da presumersi innocente sino a quando non sia pronunciata sentenza di condanna definitiva.
Tanto si comunica per sensibilizzazione della cittadinanza in relazione alle gravi e pericolose conseguenze che possono derivare dall’utilizzo improprio dei prodotti fitosanitari, invitando chiunque a segnalare eventuali situazioni ed episodi che potrebbero creare un danno alla salute pubblica.
INTEGRAZIONE LUNEDÌ 23 MAGGIO
Ad integrazione e parziale rettifica di quanto comunicato il 20 maggio, si precisa che le indagini non hanno dimostrato che è stato il principio attivo del Glifosate ad aver cagionato la morte dei bovini. Le indagini hanno permesso di dimostrare che, nel campo a erbe foraggere utilizzato per alimentare i bovini, sul quale non era stato effettuato alcun trattamento erbicida, sono state rilevati elevati residui di Glifosate. Questo principio attivo proveniva con buona probabilità da un trattamento fitosanitario avvenuto nel pioppeto limitrofo al campo in questione, effettuato senza rispettare le corrette pratiche agronomiche e causando un importante effetto di deriva nel campo vicino. La perquisizione effettuata nella azienda proprietaria del pioppeto ha permesso di individuare, all’interno degli armadietti dei prodotti fitosanitari, 7 prodotti che il Ministero della Salute aveva ritirato dal commercio e che non si potevano più utilizzare a causa della loro elevata tossicità. Tra questi, uno in particolare ha destato l’attenzione degli agenti, il Dithane DG Neotec, specifico per i trattamenti su pioppo ed inoltre, come riportato in etichetta, potenzialmente responsabile di una serie di effetti collaterali su uomo e animali in caso di utilizzo incauto, effetti del tutto simili ai sintomi presentati dai bovini intossicati. È probabile pertanto che il trattamento effettuato sul pioppeto, che ha dato luogo al fenomeno di deriva nel campo limitrofo, sia stato effettuato utilizzando un mix di prodotti fitosanitari, tra cui il citato glifosate e il prodotto vietato dal Ministero, ma il cui impiego è stato omesso nel registro dei trattamenti proprio perché vietato dalla normativa.
In relazione al presente procedimento penale, si tiene a precisare che le indagini sono in corso di sviluppo, potendo emergere in futuro elementi di segno contrario rispetto a quelli sino ad ora raccolti, a favore quindi dell’indagato, da presumersi innocente sino a quando non sia pronunciata sentenza di condanna definitiva. Tanto si comunica per sensibilizzazione della cittadinanza in relazione alle gravi e pericolose conseguenze che possono derivare dall’utilizzo improprio dei prodotti fitosanitari, invitando chiunque a segnalare eventuali situazioni ed episodi che potrebbero creare un danno alla salute pubblica.