FOSSANO - “Uno lo teneva per le mani, l’altro lo picchiava”: rissa tra giovani a Fossano

Si pensa a un movente politico, così ricostruito da una testimone: “Un ragazzo urlava ai miei amici ‘fascisti, vi credete i re di Fossano, non siete niente’”

Piero Coletta 20/01/2025 07:50

Una serata che doveva essere tranquilla a Fossano, ma che alla fine si è trasformata in un brutto, bruttissimo ricordo. Nella giornata di venerdì 17 gennaio si è tenuta l’audizione del processo per i fatti risalenti al 4 luglio 2021, avvenuti nel pieno centro della città degli Acaja. La zuffa trova il suo probabile movente nella politica cittadina: S.B., uno dei tre giovani coinvolti, quella sera avrebbe additato P.C e D.C. con l’aggettivo “fascisti”. Da lì sarebbe scoccata la scintilla della violenza, di cui entrambe le parti si ritengono vittime. In aula erano presenti tutti i coimputati e si è proceduto all’ascolto di cinque testimoni. Il giudice Toscano ha ripetuto più volte ai testi l’importanza di ricordare i fatti legati a quella sera.
 
A prendere la parola per prima è stata una donna residente in via San Giovanni Bosco, teatro dello scontro. “Stavo fumando una sigaretta dalla finestra e ha sentito voci maschili gridare, poi un rumore di qualcuno che si picchiava. Ho aspettato un momento e i rumori sono continuati, allora mi sono affacciata sul terrazzo. C’erano tre ragazzi, uno veniva picchiato e gli altri due lo stavano picchiando: non li ho riconosciuti, nonostante ci fosse illuminazione sufficiente” ha dichiarato la teste. Nella prosecuzione della testimonianza ha però ricordato dettagli sull’abbigliamento dei ragazzi coinvolti. A questo punto il giudice ha chiesto alla donna se riconoscesse in aula qualcuno di loro. La teste ha riconosciuto D.C., descritto come il ragazzo con gli occhiali che teneva per le mani S.B. durante la colluttazione.
 
Il secondo testimone ha confermato la descrizione dell’abbigliamento resa dalla residente, parlando dell’arrivo sulla scena di S.B.: “Quando eravamo quasi davanti alla gioielleria abbiamo incontrato un ragazzo che inizialmente sembrava amichevole, poi ha iniziato a insultare i miei amici P.C. e D.C.: veniva da una piccola via dove c’è un fioraio. Urlava ‘fascisti, vi credete i re di Fossano, non siete niente’”. Ha aggiunto ancora che il ragazzo sembrava visibilmente alterato dall’alcool. Infine ha dichiarato: “I miei amici hanno iniziato a dire ‘andiamo via, andiamo via’ e ci siamo allontanati in via Roma con loro. A un certo punto io e i miei amici ci siamo affacciati per vedere se P.C. e D.C. ci venissero incontro, ma non c’erano più. Era rimasto l’altro ragazzo, accasciato in terra: c’era un sacco di sangue, lui si teneva le mani sul naso”.
 
La terza testimonianza, quella di un’amica di S.B. che festeggiava il suo compleanno in un locale di via Roma, ha ulteriori dettagli. La ragazza aveva accompagnato l’amico al pronto soccorso, dopo averlo visto tornare insanguinato: “Non ha parlato tanto, ha solo detto che non aveva alzato le mani. A casa mia aveva vomitato sangue”. Sono intervenuti ancora altri due teste sulla vicenda. Un amico di S.B., che aveva recuperato sulla scena una collana d’oro persa da quest’ultimo, ha parlato di come si fosse riusciti a risalire a D.C. e P.C. come probabili assalitori. Infine ha deposto il fratellastro di P.C., affermando di aver saputo solo di una generica aggressione a suo danno.
 
Il giudice ha poi optato per il rinvio dell’udienza al 17 giugno per l’ascolto dei restanti testi.

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