È una storia di violenze subite per anni in silenzio, ma anche di riscatto, quella raccontata in tribunale da una cinquantenne residente a Mondovì, autrice di una denuncia che ha portato a processo per maltrattamenti e lesioni l’ex marito. I due si erano conosciuti nella natia Sicilia, appena ragazzini: il matrimonio a diciassette anni dopo una “fuitina” e poi il trasferimento nella Granda, per motivi di lavoro ma soprattutto - sostiene la donna - perché lui si allontanasse da certe brutte compagnie.
“Volevo salvare la famiglia a tutti i costi” spiega: avrebbe continuato a provarci per oltre trent’anni di matrimonio, cercando di ignorare la propensione all’alcol del marito e perfino le botte. Dal 2009, ricorda, le cose erano peggiorate sempre di più: “Eravamo invitati a un battesimo, ha cominciato a bere e a insultarmi davanti a tutti gli invitati e a mia figlia minore. Diceva che pensavo sempre a ‘sta c… di università’ e mi ha lasciata là, io mi sentivo umiliata e piangevo ma non sapevo reagire”. Quel risentimento infatti nasceva soprattutto dal fatto che lei stesse studiando per laurearsi: “Facevo molti sacrifici e stavo tutto il giorno a Cuneo, perché c’era obbligo di frequenza. Lui me l’ha sempre rinfacciato, mi diceva ‘chi c… ti credi di essere’: lo facevo per migliorare la condizione economica della famiglia, ma anche per ampliare i miei orizzonti”.
Dopo la triennale sarebbero arrivati due master e un avanzamento professionale: anche le due figlie, dice orgogliosa la mamma, hanno seguito gli studi universitari. Chi invece non ha mai accettato la situazione è lui: “Credevo fosse davvero cambiato e ci tenesse alla famiglia: era arrivato a bere due litri di vino al giorno e addirittura si voleva licenziare dalla fabbrica per cui lavorava. Quando beveva diventava cattivo con me, diceva che lo volevo comandare”. Nemmeno l’aiuto dei servizi psichiatrici sarebbe bastato: “Per il primo anno sembrava avesse davvero allontanato l’alcol, dopo cominciarono anche le violenze fisiche, che si sono aggravate negli anni: schiaffi, pugni, poi mi scaraventava per terra”.
Al rancore si univa la gelosia, afferma l’ex moglie: “Aveva preso a chiamarmi in continuazione sul lavoro, era geloso, tanto che io non osavo andare alle cene coi colleghi perché avevo paura che avrebbe fatto un casino. Una volta mi sequestrò il telefonino per diversi giorni, senza trovare nulla: quando beveva voleva avere rapporti sessuali e io non me la sentivo, per questo lui immaginava che avessi un altro”. Dopo una lite, in particolare, l’aveva spinta verso il fornello a gas e bruciata: “Una dottoressa mi consigliò di andare al Pronto soccorso, io non l’avevo fatto perché non si può rovinare una famiglia”. E nemmeno con la loro famiglia, quella di origine, poteva davvero confidarsi: “I miei erano lontani, gli avrei dato solo preoccupazioni. Il padre di lui beveva e picchiava la madre a sua volta, per questo non mi confidavo nemmeno con loro: cosa avrei potuto dirgli, vostro figlio mi alza le mani addosso? Per loro era normale”.
Solo nel 2022 sarebbe arrivata la denuncia, mentre i maltrattamenti, spiega, non facevano che aggravarsi: “All’inizio lui mi chiedeva scusa e prometteva che non avrebbe più bevuto, dopo era sempre colpa mia. Non ho mai vissuto atti di violenza in casa, sono cresciuta nell’amore e volevo che anche per le mie figlie fosse così: pensavo che sarebbe cambiato per loro”. Dopo un ennesimo litigio violento, per i soliti problemi di alcol, era maturata in lei una presa di coscienza: “Ho capito che sarei potuta morire per mano di mio marito, come lui aveva minacciato. Dieci giorni dopo la visita in ospedale mi ha contattata la Questura: mi hanno detto che dovevo fare denuncia, poi sono stata due mesi in una casa protetta dell’Orecchio di Venere”.
“Sono una donna miracolata” ripete ora, pensando agli anni di convivenza e soprattutto ai giorni passati nella paura, chiusa in stanza nella sua stessa abitazione, per evitare di incrociare il marito. Contro di lui, dal settembre 2022, è intervenuto un provvedimento di allontanamento. L’11 giugno il giudice ascolterà le due figlie della coppia e gli altri testi convocati dal pubblico ministero.