MONDOVÌ - Botte tra vicini a Mondovì: uno era ai domiciliari

All’origine della lite in cortile ci sarebbe stata la richiesta di far rientrare in casa i bambini che giocavano. Ora in quattro sono a processo

a.c. 07/02/2023 18:00

Una lite tra vicini di casa sfociata in una zuffa selvaggia in cortile, cui hanno assistito - loro malgrado - anche alcuni bambini. L’episodio per cui ora quattro persone si trovano a processo è reso più increscioso dal fatto che uno degli imputati, A.N., era agli arresti domiciliari.
 
Insieme a lui sono finiti sotto accusa la madre L.N., il patrigno G.T. e un uomo che risiedeva all’epoca nel loro stesso condominio, A.S.: quest’ultimo è anche parte civile insieme alla moglie. Teatro della rissa un caseggiato di Mondovì dove entrambe le famiglie risiedevano nel giugno 2019. Tra loro, in realtà, i rapporti erano tesi già da un paio d’anni, pare a causa di uno screzio durante il compleanno di uno dei figli: “Mentre eravamo in casa a festeggiare - ha raccontato in aula la moglie di A.S. - mi voltai e vidi il volto di mio figlio tutto sporco di torta. Era stata la vicina di casa a mettergli la faccia nel dolce, lei diceva come buon augurio, ma noi ci rimanemmo molto male. Da allora abbiamo interrotto i rapporti”.
 
Anche la rissa per cui devono ora rispondere davanti al giudice avrebbe origine da un fatto che coinvolge i bambini. A.S. afferma di aver chiesto al figlio più piccolo dei vicini, intento a giocare in cortile insieme a un amichetto, di fare meno rumore perché i suoi figli non riuscivano a dormire. Da questa richiesta, sostiene, sarebbe partita la reazione della madre e poi del fratello maggiore del piccolo, con un pestaggio nel momento in cui il vicino si apprestava a uscire in auto dal garage: “Mi aggredirono obbligandomi a scendere dall’auto e mi presero a calci e pugni”. Anche la moglie di A.S. ha raccontato di essere stata aggredita, in particolare dalla vicina che le avrebbe poi strappato e distrutto il cellulare per impedirle di riprendere la scena. Dei bambini, spaventati e piangenti, si sarebbe occupato invece un altro condomino che aveva sentito le urla: “C’erano due uomini e due donne che si picchiavano, li conoscevo di vista. I bambini erano sullo sterrato in mezzo a calci e pugni. Mi sono preoccupato solo di loro e li ho portati in casa mia”.
 
All’arrivo dei carabinieri A.N., il fratello di uno dei due bambini presenti, era stato visto scagliarsi di nuovo contro il vicino e colpirlo più volte. L’uomo, poi incarcerato, è stato denunciato anche per evasione poiché sottoposto in quel periodo alla detenzione domiciliare. Una denuncia è stata sporta inoltre nei confronti del suo patrigno, G.T., accusato di minaccia: intervenuto in un secondo tempo, avrebbe manifestato al vicino l’intenzione di rompergli il naso “come tu hai fatto con mia moglie”. Tutti i protagonisti della vicenda sono ricorsi alle successive cure del 118: A. S. e sua moglie hanno riportato varie lesioni, mentre L.N. ha avuto una ventina di giorni di prognosi per un pugno al naso.
 
Stamane sia lei che il compagno hanno reso la propria versione dei fatti. La donna, in particolare, ha smentito la ricostruzione di A.S. e sostenuto di essere stata vittima di un’aggressione gratuita da parte sua: “Mio figlio e il suo amico sono rientrati in casa piangendo, dicevano che il vicino li aveva minacciati di morte. Quando sono uscita lui mi ha bloccata col ginocchio sul petto e ha iniziato a prendermi a pugni. Solo in seguito è intervenuto in soccorso mio figlio maggiore”. Il 7 luglio si attende la conclusione del processo.

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