Più che a un furto dettato dalla fame, assomiglia a una bizzarra ‘lista della spesa’ quella messa assieme da un uomo finito a processo per furto aggravato a Cuneo. I fatti si erano svolti a Ceva nell’ottobre del 2018, in seguito a un intervento dei Carabinieri che avevano individuato S.P. presso una fermata dell’autobus in via Umberto I, nel pieno centro del paese.
L’uomo aveva con sé vari prodotti ortofrutticoli, due confezioni sigillate di Red Bull, un trasportino e un paio di cuccette in vimini per animali domestici di piccola taglia. Poiché non aveva fornito i documenti né giustificato il possesso della merce, S.P. era stato condotto in caserma per accertamenti.
Era quindi emerso che gli alimenti (per la precisione mandaranci, peperoni e grappoli d’uva) e i vari oggetti ritrovati con lui erano stati sottratti dalle bancarelle esposte all’esterno di un negozio di ortofrutta e di un vicino pet store in corso Garibaldi, mentre le bibite erano state sottratte all’interno un condominio privato, dove si trovavano incustodite sulle scale.
I commercianti, chiamati a deporre, hanno confermato di aver sempre tenuto esposta parte della merce anche dopo la chiusura dei locali, poiché non si erano mai segnalati furti in zona.
S.P. ha un solo precedente per guida in stato di ebbrezza, e in ragione dello scarso valore della refurtiva il pubblico ministero Alessandro Bombardiere ha ritenuto di poter escludere la punibilità per “particolare tenuità del fatto”, come previsto dal decreto legislativo 28 del 2015. Il suo avvocato difensore, Alberto Bovetti, ha inoltre contestato l’aggravante nell’imputazione perché questa sarebbe prevista per i casi in cui un oggetti rubato sia “necessariamente incustodito” e non per articoli lasciati in esposizione per scelta.
Il giudice Mauro Mazzi, accogliendo la richiesta dell’accusa, ha quindi prosciolto l’imputato.