VILLANOVA MONDOVÌ - Fa pipì di fronte al terrazzo del vicino. Lui lo denuncia, ma non c’è reato

L’annosa ostilità tra i due, residenti a Villanova Mondovì, è all’origine del processo. Al 65enne si contestava di aver accompagnato il gesto con una frase ingiuriosa

a.c. 03/05/2023 16:00

Due vicini che si detestano da anni e una sequela ormai interminabile di denunce, talvolta sfociate in procedimenti penali. I protagonisti di questa curiosa vicenda sono “i soliti”, entrambi residenti in una frazione di Villanova Mondovì. Diversa è la contestazione mossa dalla Procura della Repubblica nei confronti di uno dei due, oggi 65enne e più volte imputato.
 
All’origine dell’accusa di molestia c’è un episodio avvenuto nell’ottobre 2021 al confine tra le due proprietà. I vicini, autori dell’ennesima querela nei suoi confronti, avevano raccontato ai carabinieri di aver visto l’uomo orinare “en plein air”, mentre facevano colazione sul terrazzo di casa. Alle vivaci proteste della coppia, l’altro aveva replicato con un’affermazione ben poco riguardosa circa l’ipotetico apprezzamento della vicina per la scena che stava - suo malgrado - osservando.
 
Di qui la denuncia e il procedimento penale, ultimo di una lunga serie che negli anni ha visto la stessa persona condannata in un’occasione per aver inseguito il vicino con una mazza da fabbro, in un’altra per il danneggiamento di un vitigno e per aver colpito con un pugno il proprietario del fondo adiacente. Il 65enne era stato invece assolto da un’accusa di violazione di domicilio, quando si era trovato a rispondere di una presunta “incursione” nel cortile dei vicini: in quel caso, si è appurato, stava soltanto inseguendo le sue galline fuggite dall’aia.
 
Questa volta il pubblico ministero Alessandro Bombardiere aveva chiesto per lui una multa di 400 euro: “È pacifico che l’imputato, già responsabile di precedenti fatti, ha continuato con la sua condotta di molestia” ha concluso il rappresentante dell’accusa. Di tutt’altro avviso l’avvocato Elisa Rolfi, difensore dell’uomo: “I prati sono di esclusiva proprietà dell’imputato e l’atto di urinare non va interpretato come un’‘offesa’ nei confronti dei vicini. Non si nega la frase offensiva successiva, ma l’ingiuria non è più reato”. Dirimente, a giudizio della difesa, il fatto che l’episodio - per quanto spiacevole - si sia svolto tutto all’interno di un’area cortilizia privata, dunque non in un luogo pubblico.
 
Il giudice Mauro Mazzi ha ritenuto mancante l’elemento oggettivo del reato, assolvendo il 65enne dall’imputazione contestata.

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