MONDOVÌ - ‘Fast & Furious’ nelle strade di Mondovì: a processo per una gara di auto a folle velocità

Nell’agosto 2017 l’inseguimento dei Carabinieri aveva fermato la sfida tra una Toyota e una Bmw in corso Europa. Inutile la fuga di uno dei due conducenti, che guidava senza patente

a.c. 17/07/2019 21:21


Una sfida a folle velocità tra le vie del centro, con le due auto che si affiancano l’una all’altra, finché vedono una volante a sirene spiegate sulla loro scia e tentano, con manovre sempre più rischiose, di seminarla. Sembra il set di un action movie hollywoodiano stile ‘Fast & Furious’, invece è ciò a cui hanno assistito due anni fa i monregalesi lungo uno dei corsi più trafficati di Breo, in una sera d’estate.

Erano circa le 21,45 del 1 agosto 2017 quando su corso Europa si erano viste rombare affiancate una Toyota GT e una Bmw 330, intente a superarsi a vicenda. Non si erano accorti, però, di una gazzella dei Carabinieri seminascosta, che si era lanciata all’inseguimento delle auto: “Da lontano abbiamo solo sentito un forte rumore e visto i fari avvicinarsi” ricorda l’appuntato scelto Angelo Arturo Viglione, oggi testimone nel processo che vede imputato A.M., il guidatore della Bmw.

Lo spericolato pilota era riuscito perfino a seminare i militari tagliando la strada alla Toyota con una svolta azzardatissima su via Manzoni: “Una manovra da pazzi” afferma il carabiniere, che aveva costretto l’altra auto a inchiodare in curva per evitare l’impatto, permettendo però agli inseguitori di raggiungere il veicolo. A bordo c’erano G.T., l’autista, insieme ad alcune amiche.

Era stato lo stesso G.T. a fornire le generalità dell’altro conducente, A.M., rintracciato poco dopo nei pressi del bar Bentivoglio. All’avvicinarsi delle forze dell’ordine l’uomo si era dato alla fuga, costringendo i Carabinieri a inseguirlo una seconda volta a piedi. Per tentare ulteriormente di sottrarsi all’identificazione aveva addirittura incaricato un giovane marocchino, suo amico, di spostare la Bmw prima che venisse sequestrata. Tutto inutile, dato che i militari l’avevano comunque individuato e condotto in caserma.

In seguito l’atteggiamento dell’uomo è stato più collaborativo, ma non è bastato a evitargli il processo: tanto più in considerazione del fatto che in quel momento guidava senza patente, perché gli era stata sospesa. Altri due procedimenti giudiziari sono già stati condotti nei confronti dell’amico che aveva tentato di far ‘sparire’ la Bmw e del conducente della Toyota.

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