Era il penultimo superstite del battaglione sciatori Monte Cervino e l’ultimo reduce combattente della sezione ANA di Mondovì. Giorgio Rulfi, nato il 18 settembre 1921, si è spento all’età di cento anni nella notte tra giovedì e venerdì.
Originario di Frabosa Soprana, era partito dal suo paese nel gennaio 1941 per essere arruolato nel battaglione Mondovì, 3ª compagnia reclute. In ottobre era stato inviato ad Aosta e incorporato nel nascente battaglione sciatori Monte Cervino, agli ordini del capitano Giuseppe Lamberti. Ad inizio dicembre parte in tradotta per raggiungere la città di Stalino, giusto in tempo per sfuggire ad un attacco di aerei russi che distruggono il convoglio sul quale sono arrivati i soldati, fermo in stazione. Da qui inizia l’eroica epopea del Monte Cervino che Rulfi sintetizzerà in un libro scritto con dovizia di particolari molti anni dopo. Dopo la caduta della città di Rossosch in mano ai russi, il frabosano infila un paio di sci e grazie alle sue doti riesce a raggiungere un gruppo di altri superstiti del suo battaglione. Intercettati dai russi e presi prigionieri il 20 gennaio 1943, inizia anche per loro la “strada del davai”.
Rulfi e i commilitoni saranno internati nel campo di concentramento di Tambov. Dopo quasi tre anni di prigionia e vari trasferimenti in altri luoghi, nell’ottobre del 1945 vengono caricati su una tradotta e trasportati a Berlino per essere consegnati ai soldati americani. Finalmente, al termine di altre peripezie, la sera del 4 dicembre 1945 il reduce raggiunge Mondovì dove alcuni suoi parenti lo aspettano per accoglierlo e accompagnarlo al suo paese. Le sue vicissitudini sono raccontate nel libro “Dalle Marittime agli Urali”, edito nel 2002 a cura Tipolitografia Ghisleriana di Mondovì. Nel 2015 era toccato a lui inaugurare la nuova sede del museo dedicato al Primo reggimento Alpini a Mondovì, nella stazione di valle della funicolare. Era rimasto legato da solida amicizia ad Osvaldo Bartolomei, toscano di San Marcello Pistoiese e classe 1922, che insieme a lui era l’ultimo reduce ancora in vita dei “diavoli bianchi” (come venivano soprannominati gli alpini del Cervino).
Vedovo da tempo, Rulfi lascia i figli Piergiorgio, Livia e Massimo, il fratello Angelo e la cognata Maddalena. I funerali sono stati celebrati stamani nella chiesa parrocchiale di Frabosa Soprana.