C’è un’indagine ufficiale sulla gestione dell’emergenza coronavirus nelle RSA della provincia Granda. Riguarda la casa di riposo ‘don Bartolomeo Rossi’ di Villanova Mondovì, uno dei focolai di contagio che si sono rivelati più estesi dopo la scoperta della positività al Covid-19 di tutti i 37 ospiti (due, inizialmente negativi, sono risultati in seguito infettati dal virus) e di 12 dipendenti.
La Procura di Cuneo parte con un fascicolo a carico di ignoti e con ipotesi tutte da verificare in seguito a una
segnalazione pervenuta ai NAS dal commissario straordinario della struttura, sgomberata d’urgenza nella notte tra il 29 e il 30 marzo quando tutti gli anziani erano stati trasferiti al Pronto soccorso dell’ospedale Regina Montis Regalis e da lì ricoverati tra Mondovì, Saluzzo e Alba. Dall’inizio dell’emergenza sono nove i decessi di persone positive al Covid-19, cui si aggiungono un paio di casi relativi ad ospiti che non erano stati sottoposti al tampone ma per i quali si sospetta l’insorgenza della stessa patologia prima del decesso.
“Una situazione di fatto certamente impressionante, ma che non vuole ancora dire che ci siano state mancanze di qualunque genere” precisa il procuratore aggiunto Gabriella Viglione. Gli inquirenti dovranno ora verificare se ci siano davvero stati errori ed omissioni da parte di qualcuno e se chi gestiva la struttura avesse in concreto la possibilità di agire in altro modo.
Tra i casi legati alle residenze per anziani che hanno destato più allarme in provincia per numeri di contagi e decessi l’Opera Pia Garelli di Garessio, l’Ente Morale ‘Famiglia Toselli’ di Roccavione, la Fondazione San Giorgio di Cavallermaggiore e la residenza ‘I Glicini’ di Bra e, seppur con numeri inferiori, la Mater Amabilis a Cuneo. Al momento non risultano altre indagini oltre a quella sulla struttura di Villanova Mondovì, ma non è escluso che la magistratura possa approfondire altre situazioni in futuro.