Un pasticcio nella documentazione sarebbe all’origine dell’accusa che ha portato a processo un maestro di sci, il genovese S.B., classe 1971, accusato di esercizio abusivo della professione.
Tra il 2012 e il 2016 l’attuale imputato aveva esercitato presso la scuola sci di Artesina e la scuola val di Luce all’Abetone, in Toscana, regione nella quale risultava iscritto all’albo professionale. Proprio dal collegio dei maestri di sci della regione Toscana è partita la segnalazione all’autorità giudiziaria, in merito alla sospetta irregolarità della sua posizione. A riferirne in aula è stato il presidente del collegio regionale toscano Giacomo Bisconti, spiegando come i dubbi riguardassero la posizione di S.B. e di altri due iscritti.
In seguito al ritrovamento di atti non formalmente idonei durante le verifiche, agli interessati era stato chiesto di integrare la documentazione. L’abilitazione dei maestri di sci può essere conseguita anche all’estero, ma in quel caso occorre comunque un riconoscimento ufficiale. Di questo si occupa il Dipartimento per lo Sport presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, al quale erano stati domandati chiarimenti: “Ci dissero che la documentazione riguardante i tre iscritti risultava non ufficializzata. Anzi sembrava che un diploma fosse stato manomesso e falsificato”.
Ai tre venne quindi comunicato nel marzo 2016 un provvedimento di sospensione dall’albo, seguito dalla denuncia presentata dal collegio regionale in via cautelativa. È emerso tuttavia nel corso dell’istruttoria che S.B. avrebbe in realtà ottenuto il riconoscimento del titolo conseguito all’estero, superando le prove compensative in Italia. Nel suo caso, l’abilitazione era stata conseguita in Canada.
Accusa e difesa si confronteranno in merito il prossimo 19 ottobre, data per la quale è fissata la discussione del caso.