CEVA - Mamma gatta abbandonata con quattro micini dopo un annuncio: madre e figlia a processo

Contro le imputate si è costituita la Lida di Ceva: l’associazione aveva pubblicato la richiesta di adozione, ma i gatti erano poi stati ritrovati a bordo di una strada

in foto: i quattro gattini nell'annuncio pubblicato dalla Lida

Redazione 29/06/2021 18:18

Una mamma gatta e i suoi quattro micini sono al centro di un processo per abbandono di animali che vede imputate due donne, N.D.B. e S.S., rispettivamente madre e figlia di Settimo Torinese (To).
 
La vicenda risale ai primi di agosto del 2019, quando le due si recavano di frequente a Ceva per seguire l’attività economica di famiglia, un’azienda di autotrasporti. Un mattino, di fronte all’ingresso del capannone industriale, S.S. avrebbe trovato un grosso scatolone: “Pensava che lo avesse lasciato un corriere, invece all’interno c’erano dei gattini appena nati con la loro mamma” ha raccontato al giudice il padre dell’imputata. Poiché nell’alloggio di servizio dell’azienda stavano i cani di famiglia, per i gatti era stato allestito un recinto di una trentina di metri quadri: “Non volevamo ributtarli in mezzo alla strada come chi li aveva abbandonati. Abbiamo provato a sistemarli rivolgendoci a vari gattili e al veterinario di Ceva che curava i nostri cani, ma nessuno ci ha risposto” ha aggiunto il teste.
 
Sulla circostanza ha deposto anche un’altra testimone, la responsabile della sezione Lida del Cebano: “Ero stata contattata da una signora di Ceva, mi disse di aver trovato una mamma con alcuni gattini presso il suo capannone ma di non poterli tenere. Un cane purtroppo aveva già sbranato uno dei micini. Poiché non potevamo subito accoglierli avevamo promosso un appello, pubblicando le foto che ci aveva inviato la signora. Dopo pochi giorni li ho riconosciuti nelle immagini mostratemi da un maresciallo della Forestale: mi disse che erano stati abbandonati in località Bovina, a diversi chilometri di distanza dal capannone”.
 
Il maresciallo infatti era la persona che nel frattempo aveva ritrovato i mici ai margini di una strada isolata tra Ceva e Paroldo. Il militare aveva chiamato una sua amica, anche lei volontaria della Lida, la quale aveva preso in custodia i poveri animali. Il giorno dopo era emerso che si trattava degli stessi già oggetto dell’annuncio per l’adozione: “Ho provato a contattare i due numeri di telefono che mi erano stati forniti: - ha ricordato la responsabile Lida - uno era il recapito della signora, l’altro quello della figlia. La madre mi ha detto che erano in buone mani ma non ha saputo dirmi chi li avesse adottati, invitandomi a contattare sua figlia. La figlia, a sua volta, ha detto che non lei ma sua madre era a conoscenza dei particolari dell’adozione. Non ho più avuto riscontri a questo riguardo da nessuna delle due”.
 
Il padre di S.S. e marito di N.D.B. ha comunque sottolineato che ad agosto la figlia era già partita per le vacanze da diversi giorni. I gatti, ha sostenuto, si sarebbero allontanati volontariamente dal recinto per non rientrare più: “Un mattino non li abbiamo più trovati. Io e la mia compagna pensavamo che sarebbero tornati ma non è successo. Poiché mia figlia è molto emotiva le avevamo tenuto nascosto la cosa, dicendole che erano stati adottati”.
 
Ora tutti i gatti hanno finalmente trovato una famiglia. La mamma e due dei cuccioli sono rimasti con la volontaria che li aveva recuperati dalla strada, mentre altri due piccoli sono da una signora di Savona: “Sono rimasta in contatto con lei, mi manda spesso le loro foto” ha riferito la volontaria. Contro le due imputate si è costituita come parte civile la sezione Lida.
 
Il processo è stato rinviato per ascoltare i residui testimoni di difesa.

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