PIANFEI - Mangiano e dormono in un quattro stelle, lasciando un conto da 900 euro

Rischiano la condanna quattro presunti “portoghesi”. Contro di loro si è costituito l’hotel-ristorante di Pianfei che si trovò anche i frigobar svuotati in tre stanze

a.c. 18/05/2022 19:26

Nel film “Amici Miei”, capolavoro crepuscolare della commedia all’italiana, era lo spiantato conte Mascetti a illustrare ai compagni di beffe il trucco del “rigatino”: dormire in un albergo di lusso e uscirne passando dalla hall, con un abito a righe sufficientemente somigliante a quelli indossati dai facchini.
 
Il trucco è molto più elaborato di quello che, secondo l’accusa, avrebbero impiegato alcuni clienti dell’hotel ristorante “La Ruota” di Pianfei. I quattro, due uomini e due donne, tutti residenti nel Cuneese, sono ora a processo per insolvenza fraudolenta. Dopo una ricca cena e due notti trascorse in tre diverse stanze, sarebbero usciti dal garage dell’albergo lasciando da pagare un conto da 870 euro.
 
La prenotazione era stata effettuata a nome di una delle ragazze, G.E.B., ma la Procura ritiene che il vero artefice dell’operazione sia stato F.G., pregiudicato all’epoca residente a Beinette, per il quale è stata richiesta la pena più alta: “Hanno prenotato su Booking - ha spiegato il pubblico ministero Raffaele Delpui - con una mail che riconduceva a un’azienda di noleggio auto. Quando poi è stato è stato domandato il saldo del conto, F.G. si è stizzito per la mancata presentazione della fattura: un pretesto irriverente”. Ai quattro si è risaliti tramite i documenti e ad ognuno di loro, sottolinea l’avvocato di parte civile Enrica Di Ielsi, era stato proposto un pagamento tardivo per scongiurare la denuncia: “In struttura, prima di scappare, hanno consumato anche l’intero contenuto dei frigobar” ha puntualizzato il legale, chiedendo 3500 euro di danni. In uno scambio di mail successivo F.G. si sarebbe dichiarato più volte disposto a saldare, senza però provvedere per tempo: “Chiaro l’intento frodatorio, sebbene avesse perfino scritto ‘io non sono uno che scappa’”.
 
L’avvocato Alessandra Bruno difendeva un’imputata, M.I., che sarebbe arrivata in albergo solo la sera successiva: “Non ha effettuato alcuna prenotazione e si è aggregata agli amici, convinta di essere un’ospite”. Anche per gli altri tre imputati, F.G., G.E.B. e S.R., la difesa rappresentata dall’avvocato Giulia Dadone ha chiesto l’assoluzione: “Due di loro erano invitati a una festa, nessuno gli ha mai chiesto soldi. Quanto a F.G., non sono stati compiuti accertamenti sufficienti a chiarire la dinamica dei fatti”.
 
L’accusa ha domandato per S.R. e G.E.B. la pena di quattro mesi, per M.I. sei mesi vista l’esistenza di un precedente e per F.G. un anno e quattro mesi di carcere. Il giudice si esprimerà il prossimo 25 maggio.

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