MONDOVÌ - Mondo Acqua, il processo sugli appalti truccati cola a picco: si va verso la prescrizione

Due dei tre episodi si prescriveranno a luglio, il terzo nel 2025: alla fine, l’unica a pagare potrebbe essere la “gola profonda” che diede inizio all’inchiesta

Andrea Cascioli 28/05/2024 16:30

Un buco nell’acqua, si potrebbe dire con qualche ironia, se non fosse che la faccenda è abbastanza seria. Parliamo dei tre presunti episodi di turbativa d’asta contestati all’ex presidente di Mondo Acqua Gino Ghiazza e a quattro coimputati.
 
Sul processo, dove si contestano anche il falso in atto pubblico e il falso ideologico, incombe infatti la prescrizione. I tre bandi di gara risalgono a un periodo compreso tra il 2016 e il 2018, ma solo nel 2022 la Procura ha avviato l’inchiesta che ha portato al rinvio a giudizio. Nel frattempo, a luglio del 2021, c’era stata la denuncia presentata da Piercarlo Pellegrino, succeduto a Ghiazza nella guida della società di gestione dei servizi idrici che serve Mondovì e altri sette comuni del circondario. In precedenza, a febbraio, Mondo Acqua aveva incaricato un avvocato di far luce su uno degli appalti contestati.
 
Le prime accuse, circostanziate da un’impiegata, risalgono però al 2020: “Cercando i giustificativi di alcune fatture - ha ricordato davanti al giudice - mi sono imbattuta in un verbale, relativo a una gara a cui ero sicura di non aver mai presenziato, con la mia firma. Ho capito la gravità della cosa e l’ho fotocopiato, poi ne ho parlato col presidente. Il contratto riguardava la S.Info, per la gestione informatica di Mondo Acqua”. La dipendente ha ricordato invece di aver presenziato all’apertura delle buste in occasione di un’altra gara, per l’assegnazione dei servizi di lettura dei contatori, vinta dalla società Full Service 2000. Entrambe sono oggetto di contestazione da parte della Procura, che accusa l’allora presidente della partecipata di averle pilotate per ottenerne l’assegnazione ad imprese “amiche”.
 
A fornire i principali elementi agli investigatori è stata l’ingegner Chiara Mirto, dipendente di Mondo Acqua che si occupava nello specifico degli appalti. La professionista ha ammesso di aver contraffatto i verbali, perché sottoposta a forti sollecitazioni in tal senso da Ghiazza: lei aveva timore di perdere il lavoro, ha spiegato, dopo aver già subito ritorsioni in passato. Il paradosso è che la “gola profonda” dell’inchiesta, uscita dalla vicenda legale con un patteggiamento, potrebbe essere alla fine l’unica nei cui confronti verrà emessa una sentenza.
 
Come si è detto, infatti, i due episodi risalenti al 2016 - la gara per l’assegnazione della gestione informatica e quella per i contatori - andranno in prescrizione il prossimo luglio. Rimane un terzo capo d’accusa, riferito ai lavori sull’acquedotto di Mondovì, che nel marzo 2018 vennero assegnati alla Tecnoedil. Anche qui, però, la corsa contro il tempo è pressoché finita. Il termine di prescrizione - che in Italia, a differenza di quanto accade in altri ordinamenti, decorre dalla commissione del presunto reato e non dall’avvio delle indagini - incombe per ottobre del 2025. Arrivare a una sentenza definitiva entro quella data è impensabile.
 
Nel frattempo il processo fa comunque il suo corso, finché sarà possibile. Il prossimo 20 settembre è fissata l’audizione di un luogotenente della Guardia di Finanza, che la Procura aveva indicato inizialmente per oggi.

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