È fissata per il 1 marzo l’apertura dell’istruttoria a carico dell’ex presidente di Mondo Acqua Gino Ghiazza e di quattro coimputati. In quella data compariranno di fronte al giudice Marco Toscano i primi testimoni della vicenda che vede come parte civile l’azienda dei servizi idrici di Mondovì.
Turbativa d’asta, falso in atto pubblico e falso ideologico sono i reati contestati in concorso agli imputati. Sotto la lente degli investigatori tre gare d’appalto, bandite dalla società tra il 2016 e il 2018: Ghiazza, all’epoca al vertice dell’azienda partecipata, le avrebbe pilotate per ottenerne l’assegnazione ad imprese “amiche”. Insieme a lui sono alla sbarra Daniele Camperi, componente della commissione che aggiudicò gli appalti, Paolo Borello e Salvatore Columbro, tecnico informatico e amministratore della società S.Info srl di Orbassano, e Claudio Pontiglione, direttore tecnico del consorzio Tecnoedil Lavori. L’appalto vinto da S.Info riguardava la fornitura dei servizi informatici, mentre il dirigente di Tecnoedil - stando all’ipotesi accusatoria - era intervenuto nella gara per la sostituzione della rete distributiva dell’acquedotto di Mondovì, concordando l’offerta che avrebbe dovuto presentare.
Dall’inchiesta è uscita con un patteggiamento l’ingegner Chiara Mirto, la dipendente di Mondo Acqua le cui rivelazioni hanno portato al rinvio a giudizio degli altri indagati. La professionista ha ammesso di aver contraffatto i verbali, perché sottoposta a forti sollecitazioni in tal senso da Ghiazza: aveva timore di perdere il lavoro, ha spiegato, dopo aver già subito ritorsioni in passato. Anche un’altra impiegata, non coinvolta dall’inchiesta, ha avvalorato le accuse e smentito di essere mai stata messa a conoscenza delle firme apposte a suo nome sui verbali di gara: qui figurava come segretaria della commissione che aveva assegnato l’appalto per i servizi informatici. Analoghi illeciti si sarebbero ripetuti nella procedura per l’affidamento del servizio di lettura dei contatori alla società cooperativa Full Service 2000 di Ivano Marchesani, la cui posizione è al vaglio degli inquirenti in ambito separato. Sarebbe stato Ghiazza a fornire l’elenco delle altre imprese da invitare alla gara e poi le relative rinunce, falsificate.