Era accusato di aver
ceduto droga in almeno due occasioni ad altrettanti acquirenti il cittadino ivoriano, giunto in Italia come richiedente asilo, denunciato nel gennaio 2018 dai carabinieri di Mondovì.
Nel dicembre precedente i militari del nucleo operativo avevano individuato E.N., all’epoca domiciliato a San Michele Mondovì, nel corso di alcune riprese video effettuate presso i giardini pubblici di via della Cornice. In un’occasione il soggetto allora identificato come “ignoto uno” era stato ripreso in compagnia di altri extracomunitari mentre veniva avvicinato da un italiano, al quale aveva porto un sacchetto bianco. Il presunto cliente, residente a Mondovì, era poi stato fermato e perquisito dai carabinieri che l’avevano trovato in possesso di due involucri contenenti marijuana. In un diverso momento, circa mezzora dopo, lo stesso “ignoto uno” aveva ceduto un involucro a un altro uomo, non identificato: in questo secondo episodio il presunto spacciatore era stato ripreso da solo e a favore di telecamera.
Circa l’identificazione dell’”ignoto uno” con E.N. il pubblico ministero Gianluigi Datta si è detto sicuro, sulla scorta delle testimonianze rese in istruttoria dai carabinieri: l’ivoriano era stato notato in più occasioni nei giardini di via della Cornice, spesso con indosso la stessa sciarpa grigia a quadretti e un paio di guanti color vinaccia. Il rappresentante della Procura aveva chiesto per lui la condanna a otto mesi di carcere e 2mila euro di multa.
Di diverso avviso l’avvocato Flavio Manavella, difensore dell’imputato. Il legale ha rimarcato in sede di discussione che nelle immagini delle telecamere si vedevano almeno due ragazzi di colore e che il presunto cliente fermato pochi minuti dopo non era stato interrogato circa la provenienza della sostanza stupefacente in suo possesso.
Il giudice Marco Toscano ha accolto le argomentazioni difensive, assolvendo E.N. perché il fatto non sussiste in riferimento all’accusa di spaccio e per non aver commesso il fatto per quanto riguarda la detenzione.